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Agricoltura | 20 ottobre 2019, 07:18

Produzione di olio e vino nel savonese: quest'anno poca quantità, ma tanta qualità

Non solo raccolta in questi mesi, anche la situazione dissesto idrogeologico sotto la lente del direttore di Coldiretti Antonio Ciotta: "Finora savonese poco toccato, ma siamo fragilissimi"

Produzione di olio e vino nel savonese: quest'anno poca quantità, ma tanta qualità

Un raccolto povero, o perlomeno non ai livelli dello scorso anno, in quantità, ma ricco, per quanto riguarderà il risultato finale e quindi la qualità del prodotto finito.

Si può riassumere così quello che secondo le stime di Coldiretti Savona sarà il bilancio 2019 per la produzione di olio e vino nel ponente ligure, con un focus particolare sulla nostra provincia. Ad illustrarcelo è il direttore Antonio Ciotta che, nonostante il periodo ancora di raccolta, si sbilancia su quello che ci si potrà aspettare dai prodotti tipici dell'agricoltura ligure dei mesi autunnali.

Quest'anno riguardo alle tempistiche abbiamo ritardi da una parte ed anticipazioni dall'altra - esordisce Ciotta -. Colture in serra, e quindi controllate, a parte, sappiamo che a campo aperto l'andamento climatico determina molte cose in agricoltura. Quantitativamente la natura ha posto un po' di freni, e vale sia per l'uva che per l'oliva, ma abbiamo la certezza della qualità, perchè è naturale che quando c'è meno quantità la pianta dà un frutto che ha qualità intrinseche eccellenti. Per quanto riguarda il vino ne abbiamo già certezza, mentre per l'olio non ancora ma le prospettive sono molto buone, dato che l'oliva quest'anno è poca ma sana. Non ci sono stati attacchi di mosche o altre malattie e quindi ci aspettiamo di avere un buonissimo olio dal punto di vista qualitativo, anche se le modeste quantità compenseranno quelle molto abbondanti dell'anno scorso”.

Autunno significa tempo di raccolta ma non solo. Nella nostra regione, come d'altronde è in ampie aree del resto del Paese, ottobre e novembre portano con loro eventi atmosferici che mettono a forte rischio non solo le colture ma anche la resistenza del suolo: “A queste cose ci si pensa spesso a poche ore dall'evento o addirittura una volta che questo è avvenuto. Le piogge della scorsa settimana fortunatamente hanno toccato una piccola porzione di savonese senza creare grossissimi disagi. Però da questo punto di vista siamo fragilissimi”.

Già nei giorni scorsi, in seguito all'ondata di maltempo di inizio settimana, la confederazione dei coltivatori liguri aveva auspicato un maggior impegno verso la campagna per difendersi da frane ed alluvioni. Ed è sulla stessa lunghezza d'onda Ciotta quando guarda ai fenomeni piovaschi dei prossimi giorni: “Siamo molto preoccupati per la pulizia di rivi, fonti e fossi. Per cui vorrei lanciare un appello alle amministrazioni comunali perchè si programmi questo tipo di attività di manutenzione del territorio in tempi ottimali e non a ridosso degli eventi pericolosi. Nessuno vuole arrecare danno ai sistemi ecologici in maniera più assoluta parlando di pulizia dei corsi d'acqua, ma credo sia necessario crearsi delle priorità. Esistono i metodi in cui si possono proteggere sia la fauna che gli uomini”.

Se da un lato non ci si può dunque esimere dal porre un accento sul dissesto idrogeologico, secondo il direttore di Coldiretti è necessario pensare agli eventi atmosferici anche in un'ottica diversa, complementare a quella della prevenzione di eventuali danni: “Ci sono due tipi di ragionamento da fare: la cura del territorio la si fa solo attraverso l'uomo, ed in secondo luogo mi viene da pensare come tutta questa acqua piovana non la si riesca spesso a conservare in qualche modo, a invasarla, incanalarla o raccoglierla. Giovedì sera, ad esempio, ho partecipato ad un consiglio di sezione ad Andora, una delle aree che in estate comincia a soffrire di carenza idrica. Se pensiamo che non riusciamo a far nostra l'acqua che arriva dal cielo, ed in alcuni momenti non riusciamo a permetterle nemmeno un deflusso privo di danni all'uomo è incredibile”.

Un 2019 che l'agricoltura savonese chiuderà dunque all'insegna della qualità dei prodotti tipici più apprezzati, che a breve cominceranno a fare indirettamente i conti coi dazi USA, come già ricordato dal direttore Ciotta, ma con particolare attenzione per la nostra amata terra che si conferma tanto generosa, quanto fragile e quindi da proteggere.

Mattia Pastorino

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