Attualità - 20 ottobre 2019, 18:00

Finale, i giardinetti sul torrente Aquila intitolati a Quintino Sella non piacciono ai finalborghesi: "Perchè non dedicarli ad una figura legata al Borgo come don Franco?"

Spiegano alcuni cittadini di Finalborgo: "Dispiace essere stati messi di fronte al fatto compiuto"

Finale, i giardinetti sul torrente Aquila intitolati a Quintino Sella non piacciono ai finalborghesi: "Perchè non dedicarli ad una figura legata al Borgo come don Franco?"

Non è sembrata un'idea molto adeguata al contesto ad alcuni abitanti di Finalborgo quella da parte della giunta comunale di intitolare, dietro suggerimento del CAI, i giardinetti che costeggiano le mura del Borgo fino alle vecchie fabbriche lato torrente Aquila al fondatore del Club Alpino Quintino Sella.

A poco più di due anni dalla morte, avvenuta il 10 ottobre del 2017, le “preferenze” di alcuni residenti e persone legate al Borgo erano rivolte ad un volto storico della recente storia finalborghese come don Franco De Stefanis.

A spiegarlo è Danilo Basso, nome molto conosciuto ed impegnato del rione, spesso portavoce dei pensieri dei finalborghesi. “Per la nostra storia e la nostra cultura quei giardinetti sono sempre stati “il campetto”, e questo ci tengo a sottolinearlo. Premetto che nulla abbiamo contro Quintino Sella, ma come portatore della Madonna e cittadino di Finalborgo ci tengo a dire che ci avrebbe fatto molto piacere che questo spazio ancora senza un nome portasse quello di una persona che alla nostra comunità ha dato tanto, rimanendo sempre in mezzo alla gente, stando vicino ai malati ed adoperandosi sempre per il prossimo con grande sensibilità. Insomma, uno stile di vita andato forse un po' perso al giorno d'oggi, conosciuto grazie alla figura di don Franco da tantissime generazioni”.

Continua Basso: “Forse colpevolmente non ci abbiamo pensato prima, ma ci siamo rimasti molto male in quanto non interpellati. E' una scelta che ci ha spiazzati, facendoci passare in secondo piano. Dispiace averlo saputo dalla carta stampata, e questa è una considerazione di fatto”.

Un'altra personalità insomma sarebbe stata più consona secondo i portatori di questa polemica. Anche le scelta di procedere direttamente senza parere favorevole della Prefettura e della Società Savonese di Storia Patrìa, inutile in quanto Sella deceduto da oltre dieci anni, oltre che senza un consulto ai cittadini non è piaciuta.

“Un vero peccato ed un'occasione persa - commenta Paolo Folco, commerciante - Non penso possa essere un problema il fatto che non siano passati dieci anni dalla morte, perchè la norma credo valga solo per le strade e peraltro è sicuramente derogabile". Con la speranza che qualcosa possa cambiare, dunque, i finalborghesi lanciano un messaggio: non dimentichiamoci della figura di don Franco.

Conclude così Basso: “Ci piacerebbe che un giorno una via o una piazza possano portare il suo nome, magari come accaduto con Padre Ruffino e don Mantero”.

Mattia Pastorino

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