Savona - 09 novembre 2019, 11:01

Savona ricorda la caduta del muro di Berlino. Alle 18.53 flash mob in Piazzetta Chabrol

Organizzatori dell'incontro USEI e Anima-AICS

Immagine tratta dalla pagina Facebook La Usei

Immagine tratta dalla pagina Facebook La Usei

A Savona oggi nel tardo pomeriggio, alle 18.53, presso la Piazzetta Chabrol, il Circolo “Anima-AICS” e l’USEI (Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia) organizzano con la partecipazione della Corale “Canto Senza Frontiere” un flashmob per celebrare il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino.

30 anni fa fu annunciata pubblicamente l’apertura dei varchi a Berlino e la caduta del muro, ma esistono però numerosissime altre "frontiere" erette quasi tutte dopo la creazione del muro tedesco.

Il caso – forse il più noto – del muro costruito dagli israeliani lungo il confine con la Cisgiordania 570 chilometri, rappresenta uno dei muri più grandi, ma soprattutto contestati al mondo.

A separare gli Stati Uniti dal Messico è invece un muro di 3.140 km, costruito a partire dal 1994 lungo la frontiera di confine.

Tra Corea del Nord e Corea del Sud esiste poi un altro muro, che si aggiunge ad una zona di separazione, demilitarizzata, monitorata in modo costante .Sempre in Asia c'è un'altra "barricata"
poco nota, che separa Thailandia da Malaysia edificata dalla prima per impedire ai terroristi islamici di raggiungere il proprio territorio.

Tra Zimbawe e Botswana, in Africa, c'è invece una barriera elettrificata che corre lungo la frontiera tra i due paesi per arginare l'immigrazione di profughi in arrivo dallo Zimbawe.

Tra India e Pakistan è stato costruito un muro lungo 3.300 km, lungo la frontiera contesa tra i due Stati, mentre poco lontano c'è anche un muro che separa il Pakistan dall'Afghanistan, lungo 2.400 km.

Quello al confine tra Uzbekistan e Tagikistan è dotato di sensori e videosorveglianza e serve a impedire il passaggio di migranti, così come quello tra Yemen e Arabia Saudita, che se ne è dotata contro l'immigrazione clandestina, nonostante sia tra i principali oppositori al muro israeliano.

Anche tra Oman ed Emirati Arabi Uniti esiste una "frontiera cementificata", così come tra Kuwait e Iraq (215 km, rinforzati dopo la guerra del Golfo) e tra la Turchia e Cipro, per delimitare i territori rivendicati da Ankara.

Nel bacino del Mediterraneo esistono, poi, la barriera elettrificata costruita dalla Spagna (e costantemente vigilata) che marca il confine tra l'enclave spagnola di Ceuta e il Marocco, e la "cintura di sicurezza" di 2.700 km nel Sahara, voluta dal Marocco per proteggersi dalle incursioni dei terroristi del Fronte Polisario.

Le cose non cambiano, poi, se ci si sposta nel nord Europa e precisamente nell'Irlanda del Nord: sono molti qui i muri che separano cattolici da protestanti, non solo nella "calda.

E per ultimo nel mese di maggio 2018 due recinti paralleli alti quattro metri sorgono lungo il confine di 175 Km tra l'Ungheria e la Serbia.

Il senso di questa manifestazione, trenta anni dopo nello stesso giorno, ovvero il 09 novembre 2019 e alla stessa ora (18,53) è quella di ricordare alla gente che camminerà in piazza, la necessità di continuare con l'abbattimento del muro che ruota attorno allo straniero, inteso tale solo perché non italiano. Consideriamo che coniugare il fenomeno dell'immigrazione con quel momento sarà assolutamente bellissimo oltre che importante.

Sarà un appuntamento spontaneo, con la partecipazione del coro “Canto senza frontiere”, che interpreterà l'inno alla gioia (Inno europeo). “Canto senza frontiere” è un progetto dell’USEI che mira ad includere cittadini italiani e stranieri con la passione per la musica, dimostrando che la musica è un linguaggio universale e può essere usata per abbattere i muri e superare le differenze. Il coro è seguito dal soprano ecuadoriano Johanna Mosquera.

Comunicato stampa

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