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Eventi | 21 novembre 2019, 08:38

Savona, Pasquale Mottolese presenta il libro "Le profezie del Titanic"

L'appuntamento è fissato per sabato 23 novembre alle ore 16:30 nella Sala "San Pietro" del Convento dei Padri Carmelitani

Savona, Pasquale Mottolese presenta il libro "Le profezie del Titanic"

Se volessimo raccogliere e catalogare quanto è stato scritto e continua a scriversi sul Titanic a più di un secolo dal celebre naufragio dovremmo disporre di una vera e propria biblioteca. Eppure nessun autore si è ancora avventurato nel territorio arduo, rischioso e accidentato di un approccio storico poematico alla sventura dell'inaffondabile "nave dei sogni". Ha tentato di farlo il cinema con cortometraggi, film e documentari succedutisi lungo il Novecento e oltre, come il kolossal di James Cameron, ma l'"arca di Noè" della letteratura ancora non ha tratto in salvo il poema del gigante dei mari dall'abisso in cui giace.

È ciò che si propone il libro "Le profezie del Titanic" (Erga Edizioni), che lo scrittore genovese Pasquale Mottolese presenterà sabato 23 novembre alle ore 16:30 nella Sala "San Pietro" del Convento dei Padri Carmelitani, in via Untoria 6, a Savona. Introduce il giornalista Simone D'Angelo. Il volume si basa su uno scritto (o manoscritto) ritrovato in una bottiglia da più di un secolo vagante nell'Oceano Atlantico e giunta fino a noi come testimonianza di un mito che non muore.

La tesi dell'autore è che l'anima mundi, la coscienza collettiva, continui a percepire nella tragica vicenda del Titanic un messaggio ben lungi dall'esser decifrato, un enigma che ancora non ha esaurito la sua sfida interpretativa. Una delle possibili chiavi di lettura è che quel disastro abbia dato avvio alla fine dell'idea stessa di progresso senza limiti, nata con la scoperta dell'America, e dell'età moderna.

Dopo aver attraversato le tempeste del XX secolo, essere approdata alla postmodernità, recuperato in parte i corpi delle vittime e raccolto i relitti, la civiltà occidentale tenta ancora di farsi una ragione e malgrado tutto offrire una ratio storica a quella "follia dell'Occidente" che ci illude di danzare ai ritmi di un'orchestra consumistica e spensierata mentre la bella nave del progresso, lenta ma inesorabile, affonda in una glaciale fine della Storia.

"Dopo una carriera lavorativa nell'ambito della formazione e dell'orientamento professionale non pretendo certo iniziare, alle soglie della pensione, una carriera letteraria, anche se, come tanti aspiranti scrittori, ho stivato nel cassetto scritti che forse non vedranno mai la luce - scrive l'autore - Tuttavia l'impegno e la costanza ormai più che decennale con cui ho lavorato a quest'opera mi hanno fatto decidere a pubblicarla, ben consapevole dei rischi che corre un'anonima imbarcazione ad affrontare il mare magnum dell'editoria, che ha ingoiato ben più scafati transatlantici. Mi affido alla benevola accoglienza del pubblico dei lettori, confidando nella sperimentata verità del proverbio secondo cui 'audaces fortuna iuvat’".

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