Su Savonanews avevamo già parlato dell’impegno profuso dall’Istituto Comprensivo di Finale Ligure nella riqualificazione di un ampio spazio verde immediatamente alle spalle della scuola secondaria di primo grado. L’area, terminata questa riqualificazione, potrà essere valorizzata per molteplici scopi didattici (leggi il servizio QUI).
Ma tutto ciò è stato possibile anche grazie al contributo esterno dell’Associazione Alpini di Finale Ligure. Il Gruppo “Pertica”, appartenente alla Sezione di Savona dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini), ha svolto un ruolo importante in questa operazione. A svolgere i lavori sono stati Andrea Bruzzone, capogruppo finalese (proveniente dal Comando di Torino), Lorenzo Giachino (del Reggimento Alpini Aosta), José Mendaro (del 3° Artiglieri da Montagna di Tolmezzo) e Sergio Merlino (del 1° Artiglieri da Montagna di Saluzzo).
I lavori hanno preso il via nell’estate 2018 e si sono ulteriormente intensificati a partire da dicembre dello stesso anno, procedendo con cadenza settimanale. Oggi, a un anno di distanza dall’inizio di questo percorso, l’area è bellissima, curata, ordinata, ed il lavoro è stato capillare: gli alpini hanno sfalciato il verde, tosato l’erba, abbattuto alberi malati e pericolosi e persino ripulito antichi sentieri che un tempo, attraverso le cosiddette “rive”, arrivavano fino alla frazione di Monticello.
A questi lavori, come avevamo detto nel precedente articolo, hanno partecipato anche il CPIA (Centro Provinciale Istruzione Adulti), alcuni insegnanti, genitori e gli stessi ragazzi. Da parte di tutti è nato un bellissimo rapporto di stima e di affetto verso questi alpini finalesi: alcuni tra loro sono tuttora o sono stati in passato nonni di alunni dell’Istituto Comprensivo.
Ma l’attività dell’ANA Gruppo “Pertica” non termina certo qui: il loro rapporto con l’amministrazione comunale finalese è costante, gli oltre 100 iscritti del Gruppo sono da sempre impegnati nella tutela del territorio, nella pulizia dei sentieri e nel supporto alle numerose associazioni sportive che organizzano eventi legati agli sport “outdoor”. E il contributo delle “Penne Nere” è diventato via via ancora più importante negli ultimi anni, caratterizzati da clima troppo secco in estate e violente, prolungate precipitazioni in inverno, con tutto ciò che ne consegue in termini di rischio idrogeologico.
Raccontano con un pizzico di nostalgia gli Alpini: “Una volta chiunque era responsabile del suo pezzettino di terra e dall’insieme di queste cure collettive scaturiva la tutela dell’ambiente. Oggi, oltre noi, solo poche realtà di volontari si occupano di custodire il territorio. E questo è tra le cause delle circostanze preoccupanti di fronte alle quali ci troviamo dal punto di vista idrogeologico”.