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Attualità | 16 gennaio 2020, 15:24

Dopo il convegno sul 5G, il comitato contro l'elettrosmog a Finale rilancia: "L'amministrazione prenda altro spazio di riflessione"

Il richiamo è a quel principio di precauzione tanto citato nel corso della serata di approfondimento

Nella foto: un momento del recente convegno finalese sulle tecnologie di quinta generazione in telefonia (5G)

Nella foto: un momento del recente convegno finalese sulle tecnologie di quinta generazione in telefonia (5G)

Si esprime a mente fredda il comitato “Finale senza elettrosmog”, dopo il convegno organizzato dal Consiglio Comunale lo scorso 9 gennaio a Finalborgo. Una serata di dibattito per provare a schiarirsi le idee sui termini in cui si svilupperanno le nuove tecnologie, dalle infrastrutture di rete necessarie ai rischi per la salute legate all'esposizione alle onde utilizzate per l'espansione del segnale.

Su queste si sofferma in particolar modo nella propria analisi il Comitato e la sua portavoce, Clara Lidia Settimo: “L'incontro ha visto ampissima partecipazione di pubblico e suscitato grandissimo interesse, facendo nascere molti interrogativi e preoccupazioni nella popolazione. Riteniamo che un tema di salute pubblica di questa portata meriti un più ampio dibattito e approfondimento da parte della cittadinanza, che già comunque si è espressa tramite una petizione sottoscritta da 822 persone contro l’installazione del 5G sul territorio comunale, fino a che la sua innocuità per uomo e ambiente non possa essere garantita”.

Ampiamente illustrato il piano di sviluppo infrastrutturale ed i vantaggi della quinta generazione di comunicazione. Ancora incerto invece il suo grado di rischio sulla salute: “Ricordiamo che la nuova tecnologia 5G non è mai stata testata a livello scientifico, né per quanto riguarda gli effetti biologici delle nuove frequenze a onde millimetriche, mai utilizzate prima d’ora su larga scala, né per quanto riguarda l’innovativa modalità di trasmissione a fasci concentrati, che potrebbe risultare particolarmente attiva biologicamente, e neppure in considerazione della sommatoria di radiazioni cui la popolazione verrebbe obbligatoriamente sottoposta con l’aggiunta degli impianti e frequenze 5G all’esistente, che resterebbe comunque in uso”.

“Esiste un’ampia letteratura scientifica che riporta gli effetti biologici avversi e i danni alla salute dovuti all’esposizione alle radiazioni della telefonia mobile in generale - continua la Settimo -, tra cui danni al DNA, alterazioni a livello cellulare, tumori, infertilità, problemi neurologici, danni allo sviluppo degli embrioni, antibioticoresistenza dei batteri, eccetera. Per quanto riguarda poi gli effetti biologici delle onde millimetriche del 5G la letteratura scientifica non è ancora ampia, ma già sufficientemente preoccupante, perché sono stati riscontrati in particolare problemi quali danni alla pelle e agli occhi, alterazioni del ritmo cardiaco e, per quanto riguarda l’ambiente, possibili gravi danni sulla popolazione degli insetti”.

Il richiamo è quindi a quel principio di precauzione tanto citato nel corso della serata di approfondimento: “Distribuire un grandissimo numero di antenne e ripetitori 5G ovunque, senza che venga fornita alcuna garanzia di innocuità, significherebbe di fatto sottoporre i cittadini a una sperimentazione e fargli assumere il ruolo di cavie, salvo poi ritrovarsi magari a fare la conta dei danni negli anni a venire. Vogliamo sottolineare a questo proposito che lo studio dell’Istituto Ramazzini, su cui ha relazionato la Dott.ssa Belpoggi nel Convegno finalese, ha simulato il campo lontano, e cioè l’esposizione non ai cellulari ma alle antenne, e ha concluso con un numero significativo di rari tumori al cervello e al cuore nelle cavie esposte”.

L'augurio è quindi quello che l'amministrazione comunale finalese svolga un ulteriore riflessione: “Auspichiamo che ci siano ulteriori passaggi nella Commissione preposta al tema, presieduta dalla Dott.ssa Tiziana Cileto, e un ampio e libero dibattito in seno al Consiglio comunale tutto, e invitiamo accoratamente Sindaco e Consiglieri a prendersi un ulteriore spazio di riflessione e, in nome del reale progresso, a procedere nel rispetto della volontà popolare con la dovuta prudenza e il dovuto rigore scientifico, in applicazione del Principio di precauzione vigente in ambito UE (Art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea) e in ottemperanza all’Art. 32 della nostra Costituzione”.

Conclude quindi la portavoce del Comitato: “Non possiamo concordare con chi afferma che 'solo quando sarà dimostrato che il 5G è cancerogeno i Comuni potranno opporsi a una tecnologia indispensabile', perché un prodotto potenzialmente dannoso non può essere distribuito in modo capillare sul territorio senza un’adeguata valutazione preliminare, basata su specifici studi scientifici indipendenti in quantità sufficiente”.

Mattia Pastorino

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