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In Breve

| 01 marzo 2020, 10:44

Sabato 14 marzo si festeggia il 10° MelaDay e parte il 1° GelsoDay

Appuntamento a Cairo Montenotte (SV) dalle 9.00 alle 12.00 in piazza della Vittoria con la Comunità della Condotta Slow food della valle Bormida e in collaborazione con la Comunità della Zucca di Rocchetta di Cengio

Sabato 14 marzo si festeggia il 10° MelaDay e parte il 1° GelsoDay

Torna e festeggia un compleanno importante il MelaDay, lanciato dalla Condotta Slow Food nel 2011 per richiamare l’importanza della difesa della biodiversità e la grande importanza di salvaguardare le specie vegetali in via di estinzione. Il MelaDay ha sviluppato nel corso delle diverse edizioni una importante sinergia fra mondo agricolo, Slow Food e istituzioni scolastiche. Nelle scuole sono attivi tre frutteti alimentati dalle piantine della manifestazione. Il logo del Mela Day è rimasto l’originale creato dal vignettista Gariano. Non si tratta quindi di un evento episodico o di una semplice occasione di festa, ma di un lavoro che ha prodotto oggi un interessante catalogo delle antiche varietà di mele autoctone delle Valli del Bormida corredato dall’elenco dei “melofornitori” ed il registro accurato dei “melocustodi” suddiviso per anno e per cultivar.

La presenza a Cairo Montenotte di un Mercato della Terra ha favorito una naturale sinergia, peraltro già nei fatti e istituzionale, fra Condotta Val Bormida e il Mercato individuando nel secondo sabato di marzo il momento ideale per l'innesto e la messa a dimora delle piantine. Non è un caso che il nome marze sia da ricollegare al mese di marzo. Nel corso delle varie edizioni sono state organizzate varie mostre pomologiche con le antiche varietà del Mela Day, che hanno consentito di socializzare e far conoscere le singole accessioni arricchendo nel corso degli anni il numero delle varietà.

L’evento dedicato alle mele antiche è la vetrina ideale del lavoro teso a recuperare, raccogliere, raccontare, catalogare le accessioni locali e anche la storia di queste varietà, che oggi può festeggiare anche la conclusione del progetto avendo raggiunto l’obiettivo di riportare nei comuni della Valle Bormida oltre 2000 nuove piante di melo innestate con le 21 varietà. Complessivamente sono state innestate 4.019 piantine, che aumenteranno ancora durante l’evento del 14 Marzo p.v. che prevede la possibilità di adottare altre piantine con le varietà storiche innestate su portainnesti MM111 (da trapianto).

Un portainnesto vigoroso con un ottimo apparato radicale, forte ed espanso, e in grado di crescere in qualsiasi tipo di terreno, rendendo la pianta resistente alla siccità, senza la necessita di strutture di sostegno e irrigazione, se non nei primi anni. L’entrata in produzione varia in base alla varietà innestata, che mediamente è di 4-5 anni. La pianta su questo portainnesto raggiunge grandi dimensioni (6-8 m altezza) ed è adatta anche per zone non irrigate e terreni difficili. Consente la coltivazione “libera” a pieno vento, con chioma espansa che esprime il portamento naturale del melo ed una coltivazione degli alberi di mele con una forma come avevano un tempo, tipica del paesaggio rurale, prima dell’avvento della coltivazione intensiva. Sarà anche l’occasione per socializzare ed aggiornare i dati relativi alle varietà adottate, la suddivisione territoriale nonché il numero del “melocustodi”.

Ma il 14 Marzo sarà anche l’occasione per il taglio del nastro di partenza di una nuova iniziativa quella di riportare sul territorio il Mù ovvero il Gelso nero (Morus nigra), un albero coltivato sia per il frutto che per la produzione delle foglie per l’allevamento dei bachi da seta, un’attività molto diffusa in Valle Bormida. A Cengio e nei paesi della valle, in particolare Saliceto e Monesiglio, nei primi del 1900 questa coltura era molto diffusa proprio per favorire l’allevamento del baco da seta tanto che proprio a Monesiglio era nata una “filanda” nel 1850 in un piccolo laboratorio che è stato chiuso 70 anni fa, dopo un secolo di attività. La condotta Slow food della Valle Bormida ha prodotto e inviato alla Regione e al Comune la documentazione per inserire un esemplare di Gelso radicato nel comune di Cengio nell'elenco degli alberi monumentali nazionali. Un albero che ha una circonferenza di 420 cm è presumibilmente ha oltre un secolo di età. Numerose testimonianze confermano che l’esemplare in oggetto faceva parte di una diffusa presenza di Gelsi coltivati in questa zona che per la sua collocazione è al riparo da venti freddi essendo posizionata a ridosso dei calanchi e rocce di Cengio Alto. Ancora oggi, nel periodo di maturazione dei frutti, vi è un notevole afflusso di persone a raccogliere i frutti. In occasione del 1°GelsoDay sarà possibile adottare, come è stato per le mele antiche, delle nuove piante di Gelso nero. L'obiettivo iniziale è quello di richiamare l'attenzione sulla pianta, mettendo a dimora il maggior numero possibile di piantine di Gelso, sostenendo la difesa della biodiversità e rinnovando la memoria di un momento importante della storia locale. Ma non c’è soltanto questo, ma anche la possibilità di avere a disposizione nei prossimi anni anche nuove piante di Gelsi pronte ad offrire frutti buonissimi.

Difficile oggi immaginare che questa iniziativa possa stimolare la reintroduzione dell’allevamento del baco da seta, cosa avvenuta in altre regioni dove sono state avviate sperimentazioni con dell’adozione di produzioni sostenibili e soprattutto “cruelty-free” che non prevedono la morte dei bachi, ricavando la seta dai bozzoli dopo la nascita delle farfalle. Durante il 1° Gelso Day.  presenteremo l’iniziativa con la possibilità di “adottare” le prime piantine di Gelso. Sarà possibile ritirare gratis le marze, cioè i rametti ed anche un numero limitato di esemplari di Gelso con possibilità di prenotarli se saranno soddisfatte tutte le richieste.

Claudio Porchia

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