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Attualità | 23 marzo 2020, 15:30

E dopo l'Emergenza Coronavirus? Rabbia e paura negli albergatori di Finale Ligure: "Siamo abbandonati"

Il commento di Patrizia Colman, donna impegnata nel sociale e nell'imprenditoria alberghiera

E dopo l'Emergenza Coronavirus? Rabbia e paura negli albergatori di Finale Ligure: "Siamo abbandonati"

A Finale Ligure i Colman sono una delle famiglie-simbolo del comparto alberghiero. I discendenti del 'mitico' Papà Gilberto, conosciuto anche per la sua attività di presidente APT (quando esistevano le Aziende di Promozione Turistica), hanno raccolto il testimone dal genitore e il loro Hotel Internazionale è una delle prime cose che si vedono quando, dalla stazione ferroviaria di Finalmarina, si scende verso il lungomare.

Il progetto “Fare Squadra”, varato dal nostro gruppo editoriale More News per progettare tutti insieme l’economia del Nord Ovest italiano del dopo Coronavirus (leggi QUI), ha offerto spunto a Patrizia Colman per tutta una serie di riflessioni.

Patrizia Colman ha ben chiaro il “polso” del tessuto socioculturale finalese, non solo in chiave economica per la sua professione di albergatrice, ma anche per il suo impegno nel mondo del volontariato e della solidarietà.

Racconta ai microfoni di Savonanews Patrizia Colman: “Stamattina mi sono confrontata con Marco Marchese, nostro presidente di categoria. Ci sentiamo abbandonati. Pensavamo che si fosse capito da tempo che il turismo è il motore trainante della nostra regione e invece ora siamo completamente fermi. Le disdette che stanno arrivando sono incalcolabili: a fronte di una Pasqua ormai persa e di un mese di aprile quasi del tutto cancellato, stiamo iniziando a veder piovere anche le prime disdette di maggio. E quando questo momento buio per tutta l’economia sarà terminato, che cosa accadrà? La gente avrà ancora la forza e la voglia - ma soprattutto i mezzi - per permettersi una vacanza?”

Prosegue Patrizia Colman: “A livello nazionale si guarda a tutelare le grandi catene alberghiere, i gruppi che operano nelle grandi città, e non si garantisce nulla a piccole aziende familiari solide e serie. Il nostro territorio è fatto di realtà che collaborano strettamente con personale stagionale fidelizzato ormai anche da dieci, quindici anni… Logicamente siamo preoccupati anche per loro, siamo preoccupati per tutti. Lo vediamo ad esempio con la cassa integrazione: dobbiamo fare pratiche su pratiche e non sappiamo nemmeno quando i nostri lavoratori percepiranno qualcosa. Nella nostra città ci sono albergatori che sono proprietari dei muri e altri che non lo sono. Quindi per chi si trova in strutture in affitto e non di proprietà è necessario trovare accordi con i proprietari degli immobili, anche ad esempio con il coinvolgimento diretto del Comune, che potrebbe stornare l’IMU se a sua volta il proprietario storna l’affitto”.

Conclude Patrizia Colman: “Siamo preoccupati e amareggiati, la nostra categoria non riesce ad avere copertura e tutele anche a fronte di una situazione senza precedenti come questa, disastrosa sotto ogni punto di vista. Le difficoltà sono tante, i sacrifici che ci aspetteranno saranno enormi, la burocrazia è troppa, la tassa in deroga è macchinosa e non ancora ben definita. La stagione 2020 per le strutture ricettive sarà un vero bagno di sangue”.




Alberto Sgarlato

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