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Attualità | 03 luglio 2015, 19:30

Deposito di bitume nel porto di Savona, il presidente dell’Authority Miazza frena le polemiche: "Né puzze né emissioni, è tutto in regola"

"Si tratta di una polemica sterile, in quanto basata su informazioni totalmente fuorvianti": a pensarla diversamente i consiglieri che hanno presentato una interpellanza e i cittadini che hanno lanciato una petizione su Change.org

Deposito di bitume nel porto di Savona, il presidente dell’Authority Miazza frena le polemiche: "Né puzze né emissioni, è tutto in regola"

"Né puzze né emissioni, non ci saranno rischi di alcun tipo". Risponde così alle polemiche sulla realizzazione di un deposito di bitume nel porto di Savona il presidente dell’Autorità Portuale, Gianluigi Miazza. Il polverone sollevato sul progetto che prevede un deposito di stoccaggio vicino alla Punta Sant'Erasmo non ha fatto solo insorgere quattro consiglieri comunali di minoranza ((Daniela Pongiglione, Milena Debenedetti, Giampiero Aschiero e Carlo Frumento) che hanno presentato un’interrogazione, ma anche deputati del Movimento 5 Stelle (Matteo Mantero, Sergio Battelli), Il Fatto Quotidiano e la cittadinanza. E’ stata lanciata infatti ieri la petizione "No al deposito di bitume nel porto di Savona” su Change.org.

Credo che si tratti di una polemica sterile, in quanto basata su fatti e informazioni totalmente fuorvianti – afferma il presidente dell’Authority - Si tratta di un impianto che ha seguito tutti gli iter autorizzativi del caso: ha una serie di prescrizioni alle quali deve ottemperare ed è un impianto che quando sarà realizzato, dal punto di vista operativo, non avrà emissioni di nessun tipo, né dolose né di vapori. Questo riguarderà le navi che porteranno i prodotti sia gli impianti a terra che li stoccheranno”.

Né puzze né emissioni, non ci saranno rischi, in quanto il tutto si compie nel rispetto delle leggi vigenti - tranquillizza Gianluigi Miazza - Ci sono una serie di prescrizioni che se non rispettate non rendono operativo l’impianto. Ritengo che non ci saranno problemi di nessun tipo perché tutti i temi sono stati considerati da parte di tutti gli enti nel momento in cui, unitariamente, sono state fatte le valutazioni”.

Dicono invece il contrario l’interrogazione presentata dei consiglieri di minoranza e le proteste dei cittadini, con la petizione on line di protesta nella quale viene affermato: “In una Savona che si sta orientando sempre più verso il turismo e la sostenibilità (dalle crociere alle “Smart Cities”) ci sembra molto grave un deposito pericoloso e impattante, a conclusione di una procedura passata ampiamente "sotto traccia". Il bitume sarà stoccato e manipolato a 160° C, a 300 m dalla Darsena e dalla Fortezza del Priamar, con notevoli ripercussioni sulle attività turistiche in un area storica, archeologica e con numerosi insediamenti residenziali. Puzza in un raggio di 3 km (“disturbo olfattivo” evidenziato anche dalla Regione) e pericolo per la salute dei cittadini”.

Il progetto dello stabilimento a 300 metri dalla darsena costerà 15 milioni di euro, e il deposito avrà una capacità di stoccaggio di 45mila tonnellate l'anno. A volere con forza l’impianto a partire dal 2011, l’Autorità Portuale con l’ex presidente Rino Canavese, che ha portato il progetto al Comune di Savona per poi appaltarlo alla Bit Savona Scrl. Alla Conferenza dei Servizi referente, convocata  dall’Autorità Portuale il 19 gennaio 2012, però non ha partecipato l’amministrazione comunale (Ufficio Ambiente e l’Ufficio Traffico del Comune). A lamentarlo i consiglieri di minoranza nell’interpellanza.

Le informazioni sulle caratteristiche chimiche del bitume fuso e sulle criticità legate alla movimentazione e allo stoccaggio “creano seria preoccupazione e allarme nei Cittadini”, ha precisato Daniela Pongiglione, consigliere “Noi di Savona Verdi”: “Non si tratta di bitume allo stato solido (inerte) ma di  bitume fuso che produce sostanze chimiche altamente tossiche e potenzialmente cancerogene. Saranno 9 i depositi lungo la diga foranea, con una movimentazione ipotizzata a  regime fino a 400.000 tonnellate annue, con traffico di mezzi speciali per il trasporto di bitume fuso (145°- 165° centigradi) fino a 100 camion e a un treno al giorno. Inoltre si dovranno fare i conti con un probabile “disturbo olfattivo” (evidenziato anche dalla Regione) in un raggio di tre km: da Natarella ad Albisola a Lavagnola si potrebbe diffondere un odore solfidrico di uova marce. In una Savona che si sta orientando verso il turismo e la sostenibilità (dalle crociere alle “Smart Cities”) ci sembra un grave controsenso introdurre una lavorazione potenzialmente pericolosa e impattante, che comporterà anche il passaggio di bitume fuso sul territorio comunale,  a conclusione di una procedura passata ampiamente sotto traccia senza l’adeguato controllo dell’amministrazione”.

Proprio oggi l’Autorità Portuale con il Comune di Savona ha organizzato un convegno nella Sala della Sibilla al Priamar dal titolo “Grandi navi e tutela ambientale…programmare il futuro” per parlare delle sfide della portualità e sulle tematiche ambientali in particolare su come limitare le emissioni delle navi da crociera in porto.

Ma come si potrà conciliare il turismo con le emissioni della Costa e con un deposito di stoccaggio del bitume nel cuore della città di Savona? A chiederselo sono in tanti.

Debora Geido

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