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Attualità | 26 novembre 2014, 09:54

Le margherite nate dalla ricerca aiutano i coltivatori di Albenga

L’Istituto regionale per la Floricoltura (Irf) rinuncia alla royalty sulle nuove margherite date in licenza ai coltivatori albenganesi colpiti dall’alluvione

Le margherite nate dalla ricerca aiutano i coltivatori di Albenga

Le margherite nate dalla ricerca dell’Istituto regionale per la
Floricoltura a supporto dei coltivatori della piana di Albenga colpiti
dalla recente alluvione. Così l’ente strumentale della Regione Liguria per
sviluppo economico e la competitività del sistema delle imprese
florovivaistiche del territorio, dà un piccolo ma significativo aiuto al
settore, rinunciando alla royalty di 4 centesimi a pianta. La decisione è
stata votata all'unanimità dal direttivo dell'ente su proposta del
presidente Germano Gadina e del direttore Margherita Beruto: "Si tratta di
un contributo che le aziende corrispondono sul venduto – spiega Beruto –
per permettere al nostro ente di investire nuovamente nella ricerca e
proseguire la sua missione di supporto al comparto. Dopo l'alluvione che
ha colpito duramente serre e coltivazioni, abbiamo ritenuto giusto
rinunciare a questa entrata, pur in un periodo di spending review, e
permettere alle imprese di compensare, almeno in parte, la perdita di
centinaia o migliaia di piante, con la vendita delle nostre margherite».
Si tratta di un particolare tipo di margherita bianca per il vaso fiorito,
nata da anni di ricerca sul miglioramento genetico: un lavoro che
l’Istituto regionale sta proseguendo anche per le specie colorate, che
ultimamente stanno avendo molto successo, e per proporre piante a fiore
bianco adatte alla coltivazione della tipologia di vasi maggiormente
utilizzati sulla piana (18 centimetri di diametro). «Le modifiche
genetiche su questa specie – precisa Beruto – sono iniziate negli anni
Ottanta con la Camelia Ponticelli: parliamo di un lavoro che richiede anni
di ricerca prima di poter raggiungere caratteristiche agronomiche
soddisfacenti. Le piante di cui parliamo oggi, appartenenti ad altre
quattro varietà, come Irma, particolarmente apprezzata nell’albenganese,
sono frutto di un ulteriore avanzamento della ricerca e sono state
presentate per la prima volta nell’edizione 2011 di Euroflora: si tratta
di margherite coltivate senza apporto dei regolatori di crescita». Nuove
varietà che possono essere adattate anche a una produzione “fuori
stagione”: non più il tradizionale inizio di primavera, ma tarda primavera
e primi mesi dell’estate.
Secondo i dati Istat, sul territorio ingauno si contano circa mille
aziende floricole sulle 5.300 agricole totali. Le coltivazioni di piante
in vaso occupano 800 ettari di superficie. Ai 14 milioni di margherite
all’anno prodotti da circa 300 aziende specializzate in questa specie, si
affianca l’importante comparto delle piante aromatiche, che supera i 70
milioni di pezzi coltivati e commercializzati all’anno.

"Per noi, rinunciare a un guadagno, seppur piccolo – spiega Germano Gadina,
presidente dell’Irf – è un segnale di vicinanza verso le aziende
florovivaistiche del territorio, un’importante risorsa economica per la
Liguria, colpita dalla crisi e, ultimamente, anche dall’alluvione. Il
numero di piante prese in licenza dalle aziende floricole varia a seconda
della grandezza della realtà produttiva: ci auguriamo che le nostre
imprese possano sfruttare questa opportunità e compensare, almeno
parzialmente, i mancati guadagni della produzione del 2014".

c.s.

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