La cucina come filo della memoria che ti unisce a casa: è questa la storia raccontata dal soldato genovese Giuseppe Chioni nel suo ricettario “Arte culinaria”. Ufficiale dell’esercito italiano, venne catturato ed imprigionato nel lager di Celle, in Germania, durante la disfatta di Caporetto.
E in quelle mura fatte da filo spinato e guardie decise di raccogliere le ricette di casa dei prigionieri italiani, che si trovavano insieme a lui, e farle diventare un volume. Un ricettario minuzioso, diviso in undici sezioni, con consigli e suggerimenti, che ben rappresenta l’Italia del ‘900, per non dimenticare di essere uomini, prima che prigionieri. E l’origine genovese dell’autore diventa la chiave di volta per la lettura del volume: tra le ricette troviamo infatti il pesto, che secondo Ghioni, veniva preparato con aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, droghe e formaggio sardo.
La presentazione del volume si inserisce in una serie di eventi che si svolgeranno in Primavera a Finale Ligure. Oggi il sindaco Ugo Frascherelli e l’assessore al turismo Claudio Casanova hanno presenziato ad un incontro sul tema al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali a Roma.
“Speriamo di ottenere dei finanziamenti per il progetto, commenta il primo cittadino. Un libro nato in un momento drammatico, che ben rappresenta la volontà di non farsi schiacciare e reagire. Durante il periodo bellico anche la fortezza di Castelfranco fu usata come campo di prigionia”.