E' alle sorgenti del fiume Tanaro che si progetta il suo destino. Un'imponente diga di cemento alta circa 90 metri verso cui far confluire l'acqua di due affluenti, il Tanarello e il Negrone, da deviare di lì in direzione della Liguria, verso la piana d'Albenga e l'Imperiese, zone storicamente a secco di risorse idriche. <I>"Siamo assolutamente contrari al progetto, almeno per i contorni che sta assumendo"</I> - dice il sindaco di Ceva, Davide Alciati, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera a Provincia e Comunità montana Alta Val Tanaro per far luce sulla questione. Perchè qui sta il punto: mentre sul versante ligure se ne dà già per certa la realizzazione, su quello piemontese si fanno solo ipotesi, a partire dagli stessi amministratori locali, sindaco di Ormea in testa. <I>"Del progetto si è iniziato a parlare solo nel 2007</I> - commenta il primo cittadino, Massimo Seno -, <I>quando siamo stati chiamati in Comunità montana a Garessio per un primo abbozzo del progetto"</I>.
Pochi, pochissimi dettagli. Quanto basta però a scatenare il fuoco incrociato delle parti: <I>"Per quel che ne sappiamo la diga dovrebbe sorgere in territorio ligure, al confine con il Comune di Ormea. Di qui si capterebbe l'acqua del Tanaro, non per servire i territori del Piemonte, ma quelli della Liguria, dalla piana di Albenga fino a Savona. L'acqua è una delle nostre poche risorse, non vedo perchè dovrebbero prendercela per portarla altrove. E' un problema che non interessa solo la Val Tanaro, ma tutto il Piemonte: prosciugare il fiume alla sorgente, vuol dire lasciare in secca tutto il grande fiume."</I> Per scongiurarlo, Massimo Seno aveva già inviato una lettera ad una settantina di sindaci, da Garessio ad Alessandria. Questo accadeva più di un anno fa. Poi il silenzio. A riportare al centro la questione, il documento indirizzato al Ministero dell'Ambiente a firma di due senatori, il ligure Giorgio Bornacin e il cuneese Giuseppe Menardi, in cui si legge: <I>"La Giunta provinciale di Savona, in data 29 agosto 2006, ha approvato il protocollo d'intesa definitivo con le società Hydrodata Spa di Torino, Armale Spa di Sanremo, Agengranda, partecipata dalla Provincia di Cuneo, Alpi Liguri sviluppo e turismo srl d'Imperia, Edison Spa di Milano e da taluni Comuni e Comunità montane"</I>. Perché, allora, gli amministratori cuneesi non sarebbero ancora stati informati? Giacomo Pellegrino, amministratore delegato di Agen Granda, ne dà conferma: <I>"Certo, quell'accordo esiste e Agen Granda lo ha firmato."</I> Ma tiene anche a precisare: <I>"Allora ne avevamo dato tempestiva notizia a tutti i sindaci e gli enti interessati e c'era stato anche un incontro in Comunità montana nel 2007. Non vedo perché ora si debba parlare di insabbiamenti o reticenza. Tra l'altro un accordo di programma non è che un impegno sulle verifiche di fattibilità, nulla più. E da allora non ci sono stati sviluppi. Se ci saranno, tutti gli enti, dai comuni, alle 3 Province interessate, alle 2 Regioni saranno informati. E' probabile, comunque, dato la portata dell'opera, che la decisione verrà presa esclusivamente dal Governo."</I>