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Sport | 30 agosto 2011, 19:21

Lettera aperta a Gianni Petrucci

Lettera aperta a Gianni Petrucci

Caro Gianni Petrucci, presidente del Coni Nazionale, le scrivo questa lettera dopo aver assistito, all'alba, all'ennesimo fallimento dello sport italiano ai campionati mondiali di atletica leggera in corso di svolgimento nella Corea del Sud.

Le scrivo perchè, come forse Lei non saprà in quanto impegnato con i suoi compari per ottenere la candidatura olimpica di Roma nel 2020, lo sport italiano sta morendo, anche se Lei si ostina a non riconoscerlo. Non siamo competitivi in moltissime discipline ed un oro ai Mondiali di Pallanuoto ottenuto da uno splendido e meraviglioso "Settebello" non lo può usare come alibi.

Si ricorda, ma credo di no, quando gli azzurri erano i Re del mezzofondo nell'atletica leggera, protagonisti nei concorsi, nelle corse? E si ricorda i successi nel volley, nalla pallacanestro, nella lotta, nella boxe, nella canoa, nel canottaggio, nel tiro a segno, nel tiro a volo, e, ma guardi un po' anche nel calcio? Dove è finito il modello dello sport italiano, quello della finta autonomia dalla politica? 

Signor Petrucci, non le voglio imputare le colpe di questo fallimento: sarebbe sciocco dire che è soltanto colpa sua questo encefalogramma piatto dello sport italiano. Dico però che è anche colpa sua e lo spiego in pochi punti.

Uno: lo sport nella scuola non esiste, ed è spesso insegnato da professori che si sentono figli di un Dio minore.
Due: i tecnici, e ne abbiamo di ottimi in Liguria a partire proprio dall'atletica leggera, sono lasciati soli, senza soldi e senza un minimo di appagamento morale. Tre: lo sport non esiste da una decina d'anni nelle televisioni generaliste.

Vede signor Petrucci, la generazione dei quarantenni-cinquantenni di oggi è cresciuta seguendo le imprese sportive in televisione di tanti campioni e spesso ci si radunava tutti insieme per seguirli e sostenerli. Negli ultimi dieci anni i nostri adolescenti sono cresciuti con i reality ed i talk-show ed è già un successo se sono soltanto alcolizzati o depressi.

Come aggravante si è pure presentato a Sky per complimentarsi della loro scelta di trasmettere i Giochi di Londra a pagamento, quindi visibili a pochissime persone. Queste signor Petrucci, sono soltanto alcune delle sue colpe. Forse non gravi, ma che hanno contribuito a portare lo sport italiano alla fine, ad una lenta e tristissima agonia.

Fosse solo per questo, signor Petrucci, lasci l'incarico. E faccia pensare, a chi ci vuol credere ancora, che in questo Paese esiste un senso della dignità e della responsabilità davanti ai propri fallimenti.

Cordialmente, un amante dello sport italiano.

Guglielmo Olivero

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