Termina oggi ma risultava chiusa già oggi a causa del terreno coperto di neve, la stagione venatoria in provincia di Savona, salvo la crudele concessione delle leggi di sparare ai cinghiali con la neve; e l’ancor più crudele ed antiecologica caccia cosiddetta di selezione alle femmine di capriolo, consentita fino al 15 marzo, in piena stagione riproduttiva della fauna selvatica.
L’unica buona notizia è che i cacciatori continuano a diminuire costantemente da 30 anni: nel 2010 erano 5.160 a Savona e 21.243 in Liguria, un terzo circa del 1977. I più recenti dati disponibili della Regione (dalla lettura dei tesserini sui quali ogni cacciatore deve segnare gli animali uccisi), relativi alla stagione venatoria 2008-2009, fanno però ammontare a ben 393.519 le uccisioni in Liguria (346.766 animali migratori e 46.753 stanziali) e 76.193 in provincia di Savona (63.863 migratori e 12.330 stanziali); un’autentica ecatombe, con una media di 15 animali all’anno per cacciatore, con la famiglia dei tordi (tordo bottaccio e sassello e cesena) maggiormente colpita, con 254.011 esemplari in Liguria e 46.821 a Savona.
La Protezione Animali savonese, dalle osservazioni in suo possesso, pensa e spera che gli abbattimenti del 2011 siano un poco diminuiti; non certo per volontà dei cacciatori ma per una generale riduzione di buona parte – non tutte - delle specie selvatiche, che dovrebbe far riflettere gli enti di gestione della caccia (Regione e Provincia) sulla necessità di ridurre, nella prossima stagione venatoria, il carniere consentito. Diversa la situazione dei cinghiali, alle prese con una consistente diminuzione del cibo a disposizione a causa della malattia dei castagni, che sicuramente porterà ad una diminuzione della fertilità della specie; gli abbattimenti sono stati nettamente inferiori agli scorsi anni, così come i danni segnalati dai contadini, segno evidente che la specie è in diminuzione numerica.