Attualità - 26 maggio 2012, 18:14

Il "polo" della rumenta (di Marco Caviglione)

"Lo scopo principale del biodigestore dovrebbe essere quello di produrre gas-metano a scopo energetico, ma in tali operazioni il rischio di produrre emissioni inquinanti, nonchè maleodoranti, è alto"

Il biodigestore anaerobico, previsto in quel di Ferrania, tratta la parte umida, cioè organica o biodegradabile, dei rifiuti, e tramite un processo che si svolge appunto in ambiente anarobico, è in grado di produrre solo un compost di bassa qualità, dato che il processo più adatto per ottenere un compost di qualità elevata è quello che si attua in condizioni aerobiche.

In realtà lo scopo principale del biodigestore dovrebbe essere quello di produrre gas-metano a scopo energetico, ma in tali operazioni il rischio di produrre emissioni inquinanti, nonchè maleodoranti, è alto.



Inoltre la creazione di posti di lavoro è assai esigua (8-10 unità, ma erano 7 sino a pochi mesi fa, ndr), veramente 
una goccia rispetto ai 267 ex-lavoratori di Ferrania per i quali tra pochi mesi 
scadrà definitivamente il periodo di cassa integrazione straordinaria.

Ferrania, da polo 
delle rinnovabili di cui tanto si parlava fino ad un anno fa, rischia di 
diventare ora polo dei rifiuti, data anche la megacentrale a biomasse da 10 
MW elettrici in programmazione (Il TAR di recente ha accolto il ricorso della proprietà 
di Ferrania, contro il comune di Cairo e le associazioni ambientaliste), la 
quale data la sua stazza, non potrà certo funzionare per molto tempo con le sole 
disponibilità boschive, siano esse della zona che importate dall'Italia e 
dall'estero (con alti costi di produzione energetica in questo ultimo caso); ci si potrà bruciare infatti il residuo secco dei rifiuti, nonostante si continui ad affermare che per tale combustione sia necessario una caldaia dedicata, che attualmente non è, o meglio, non sarebbe, prevista. 

Ecco 
che allora il cerchio si chiude: rifiuti umidi da conferire al biodigestore, rifiuti secchi alla 
centrale a biomasse; e i rifiuti arriveranno anche e soprattutto da fuori 
regione (con conseguente aumento anche delle emissioni provenienti dai grossi veicoli adibiti al traporto), per soddisfare le"esigenze" di funzionamento dei 2 impianti (per il 
biodigestore si parla infatti di 45.000 Tonnellate / anno di umido, elevabili addirittura 
a 90.000!).

Per il restante smaltimento dei rifiuti della nostra provincia (e non solo)
 continuerà a funzionare la discarica del Boscaccio (Lussemburghese, ndr), prossimamente mega-ampliata, col suo impianto di trattamento, aerobico, dell'umido, e col possibile trattamento, ovvero incenerimento, del secco nella Centrale Tirreno Power di Vado, e precisamente nei 2 nuovi gruppi a carbone previsti (anche se pure in questo caso si tende da più parti a negare l’evenienza).

Anche la centrale a biomasse darà ben pochi posti di 
lavoro (anche qui si parla di meno di 10); e le emissioni inquinanti, già presenti con la
sola combustione del legno, con lo smaltimento dei rifiuti aumenteranno a
dismisura, arricchendosi di diossina, così come pure avverrà nella centrale a carbone di Vado"

Marco Caviglione, consigliere provinciale Gruppo Misto