Attualità - 25 giugno 2012, 11:23

Anche "Salviamo il Paesaggio" muove le sue osservazioni sull'operazione immobiliare "Olmo" di Celle

Al Comune di Celle Ligure
Via S. Boagno, 11
17015 Celle Ligure (SV)

Alla c.a. del
R.U.P. Ing. Franco Zunino
Spett.Le Provincia di Savona
Ufficio Procedimenti Concertativi
Via Sormano, 12
17100 SAVONA


Oggetto: Osservazioni alla Conferenza dei Servizi volta all'esame e all'approvazione del P.U.O. riguardante il “Complesso produttivo Olmo, relativo al distretto di trasformazione TB3 del P.U.C. di Celle Ligure”.

Il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio, costituito formalmente il 29 Ottobre 2011 a Cassinetta di Lugagnano (MI), è un aggregato di associazioni, oltre  settecento, e diecimila cittadini di tutta Italia (sul modello del Forum Italiano dei Movimenti per lAcqua), che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto aderente, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Lo scrivente comitato locale per la Provincia di Savona del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori, in relazione al procedimento di cui in oggetto, formula le seguenti osservazioni:

OSSERVAZIONE n°. 1

Pare carente di motivazione ed  illogico sia  (principalmente) dal punto di vista della prevenzione del rischio a carico della popolazione insediabile (il progetto parla di 120 unità oltre a 130 box/posti auto su tre livelli interrati e  una galleria commerciale), sia da un punto di vista urbanistico, andare ad approvare un PUO che si riferisce ad un progetto urbanistico di dettaglio (progetto Arch. Dogliotti) che allo stato della normativa non è assentibile in quanto incidente su una fascia di rispetto idrogeologico (essendo il rio Santa Brigida non indagato, come riferito in Conferenza dei Servizi referente dall'Ing. Rocca).

I motivi sono i seguenti:
a) da un punto di vista della prevenzione del rischio:
 
La posizione dello scrivente comitato circa l'assoluta ed immediata necessità di porre limiti ben più cautelativi di quelli esistenti in ordine alle fasce di rispetto dei corpi idrici è già stata precisamente esplicitata nella comunicazione 2/5/2012 inviata a tutte le Amministrazioni competenti della Liguria (che si allega sub A, costituendo parte integrante della presente). I recenti tragici fatti alluvionali che hanno colpito le popolazioni liguri nel corso del 2011, dovrebbero suggerire l'adozione di limiti ben più stringenti e possibilmente rispettosi del fondamentale principio di precauzione, che non consentire deroghe ai limiti esistenti. Venendo al caso del P.U.O. Olmo lo stesso pare quindi contenere, sotto questo profilo, diverse “criticità”. 

La prima è, certamente, che l'area di intervento giace in immediata contiguità (anche se, in situ, si ha più l'impressione di “continuità”) con una fascia A di pericolosità idraulica del Piano di Bacino vigente.

La seconda è, altrettanto certamente,   che a dividere l'area di intervento dalla fascia A transita, tombinato, il Rio S. Brigida,  per l'appunto corpo idrico allo stato non indagato.

La terza è che la tombinatura del Rio S. Brigida è stata recentemente oggetto di due lotti di lavori che hanno interessato la parte a monte e la parte a valle del tratto ma non la parte intermedia sulla cui sponda ricade proprio l'area di intervento.  Non possiamo quindi non osservare che l'oggettiva rischiosità dell'area di intervento porta a ritenere necessaria una valutazione estremamente cautelativa circa  gli obiettivi,  le funzioni,  le dimensioni dell'intervento edilizio, del suo sviluppo nel sottosuolo e, soprattutto, nel suo potenziale insediativo.

b) da un punto di vista urbanistico:

Occorre domandarsi, (la qual cosa non pare minimamente considerata allo stato degli atti conoscibili dalla Conferenza dei servizi in itinere) quale destino avrebbe il PUO nel caso di esito restrittivo dell'indagine del Rio S. Brigida all’interno di una  variante al Piano di Bacino (che, come noto, non è di competenza della Conferenza dei Servizi), ovvero nel caso venisse evidenziata dalla medesima indagine la necessità di interventi  di rilevante entità sulla tombinatura esistente. In altre parole,  non si comprende se le prescrizioni urbanistiche relative a volumi, altezze e destinazioni del PUO così come oggi richieste, potrebbero trovare applicazione in un nuovo progetto coerente con il rispetto della risultanze della separata e successiva indagine idraulica, oppure si rivelassero  irrealizzabili nella loro attuale complessità dando luogo, tra l’altro, anche a potenziali contrasti con il soggetto attuatore che si troverebbe nella singolare situazione di avere, da un lato, un PUO approvato e dall’altro l’impossibilità di realizzarlo nella forma, nelle destinazioni e nelle dimensioni che costituiscono la giustificazione degli impegni dal medesimo assunti in Convenzione (Atto di impegno).

Da questo discende l'illogicità del
procedimento in corso che qui osserviamo.

OSSERVAZIONE n°. 2

Lo scrivente comitato ritiene ed osserva che lo stabilimento Olmo, nella sua strutturazione originaria del 1938, debba essere preservato e mantenuto in quanto rientrante nella definizione di bene paesaggistico quale immobile  con cospicuo carattere di memoria storica il tutto nella corretta interpretazione dell'art. 136  lettera a) del D.Lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Come ben evidenzia lo stesso soggetto attuatore in diversi documenti progettuali e descrittivi dell'intervento, si tratta dell'edificio storico ove ebbe inizio la produzione  industriale delle biciclette Olmo che ha portato, nel corso di quasi un secolo,  il marchio cellese alla notorietà nazionale ed internazionale, caso tra gli  unici nell'ambito savonese, da cui il cospicuo carattere di memoria storica non solo per Celle ma per tutto il territorio regionale. Detto stabilimento, oltre che soggetto alle considerazioni di cultura materiale ed importante memoria storica di cui sopra, rientra nella definizione di edificio antico di cui all'art. 41 del Puc di Celle ed ha una sua coerenza formale tipica del razionalismo dell'architettura industriale dell'epoca tutt'altro che banale. 

La sua demolizione,  con conseguente definitiva ablazione dalla memoria storica del territorio, risulta pertanto carente di adeguata motivazione,  contraddittorietà negli assunti progettuali e descrittivi ed affetta da palese incongruenza la quale emerge evidente  se si considera che il proposto intervento architettonico sostitutivo “alla ligure” risulta del tutto incoerente con l'esistente  contesto circostante, come peraltro annotato dalla stessa Provincia di Savona nel corso della riunione del 18/5/2012 della Conferenza dei servizi in oggetto.

Comitato savonese Salviamo il Paesaggio, coordinamento  provinciale

com.