La Val Bormida lotterà unita contro “la distruzione dell’ospedale cairese e la non garanzia di sicurezza per gli oltre 40 mila abitanti di questo comprensorio”. Questo quanto emerso dalla riunione di questa sera, convocata a Cairo dal sindaco Fulvio Briano quale presidente del Distretto. Nessuna divisione tra “falchi e colombe”, come era stato spesso in passato, ma la condivisione di un fronte a cui dovrà corrispondere la condivisione delle azioni concrete da mettere in campo.
Se non fossero bastate notizie, articoli, dichiarazioni e documenti ufficiali, l’analisi del consigliere comunale cairese, presente come “tecnico”, Amatore Morando, ha messo i sindaci di fronte ad una realtà che non si può ignorare. E sulla quale, nonostante qualcuno abbia ancora timidamente parlato di “confronti” c’è ormai poco su cui parlare. Con un Pronto soccorso ridotto a Punto di primo intervento che si occuperà esclusivamente, o quasi, di codici bianchi; una Chirurgia generale soppressa da tempo; e soprattutto, vero colpo a sorpresa e doccia fredda per i valbormidesi, una Medicina completamente dimessa e snaturata, trasformata in reparto per lungodegenti, che probabilmente sarà intasato da pazienti nemmeno valbormidesi, ed ecco che si ha il reale quadro: un ospedale ridotto ad un cronicario, ennesimo tassello di quel percorso, iniziato nel 2008, per arrivare alla chiusura della struttura cairese. Una decisione tecnica inaccettabile, che per concretizzarsi avrà, però bisogno dell’avvallo del Consiglio regionale, e dall’assemblea dei sindaci è partito chiaro l’appello, ma anche il monito, verso i consiglieri regionali che dovranno votare questo piano: non bastano parole e solidarietà, ora occorre assumersi la responsabilità dei propri atti.
La Val Bormida, intanto, si prepara alla lotta. Anche perché è chiaro che “da parte di Asl e Regione non c’è alcuna possibilità di dialogo e confronto (l’assenza di Montaldo al tavolo in prefettura di martedì ne è un ulteriore segnale). Già lo scorso anno avevamo prodotto un ampio documento in cui individuavamo proposte alternative concrete e progetti percorribili. Non è stato nemmeno preso in considerazione. Così come da allora l’annunciata visita di Neirotti in un’assemblea pubblica, annunciata dalla stessa Asl, non è mai avvenuta. Abbiamo cercato il dialogo, abbiamo trovato un muro. Ora basta”.
Tre le direttrici di difesa. Ogni Consiglio comunale valbormidese voterà un identico ordine del giorno contro il piano e a difesa dell’ospedale, ma anche della sanità sul territorio, confermando il fronte unico al di là di confini territoriali e politici. Fronte unico che dovrà coinvolgere anche cittadini e Comitati: i sindaci parteciperanno e sosterranno la grande manifestazione del 22, organizzata dal Comitato Sanitario Locale, a patto, però, che, come nel caso di Albenga, la manifestazione abbia come obiettivo la sanità e la difesa dell’ospedale e non altro (ed in questo tutti i sindaci sono stati concordi, mentre Briano, che aveva già espresso il proprio parere in proposito, lo ha ribadito per ultimo). Infine, e, parlando concretamente, questo è lo strumento che davvero potrebbe bloccare il piano (oltre al voto contrario in Consiglio regionale), l’opposizione sarà anche legale: Briano ha proposto che si invii immediatamente una diffida all’Asl 2, preludio ad un ricorso al TAR che Cairo è disposto a portare avanti anche da solo, ma che sarebbe ovviamente più significativo se supportato da tutti i Comuni del comprensorio.