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Attualità | 21 febbraio 2014, 11:24

Tirreno Power, tra morti e rischi per la salute, il grido dall'allarme dei lavoratori e delle loro famiglie

Viola, la mamma di un dipendente: “Lui lavora con il carbone a Vado, arrivano le navi e si occupa di scaricarlo, un lavoro duro, ma un lavoro e con la crisi che c’è oggi se lo perdesse per lui sarebbe la fine. Sono davvero molto preoccupata”

Tirreno Power, tra morti e rischi per la salute, il grido dall'allarme dei lavoratori e delle loro famiglie

Mentre è arrivata la notizia che la Procura della Repubblica di Savona ha accertato il nesso di causalità tra i decessi avvenuti a Vado Ligure e l’inquinamento procurato da Tirreno Power, un doppio dramma si scatena tra tutti i numerosissimi lavoratori della centrale.

Da un lato la paura delle malattie e per la salute, ma dall’altro il timore che arrivi una decisione eclatante e cioè la chiusura della centrale.

“Mio figlio ha due bambine ed una moglie da mantenere!” quello che forse nessuno ha ancora detto è proprio questo. Nessuno ha ascoltato il doppio dramma che molte persone si trovano a dover affrontare oggi ed allora, come la signora Viola, tante le famiglie che si trovano a non sapere più cosa sperare.

“Il mio ragazzo è grande, ha più di 40 anni e da poco ha ottenuto il contratto a tempo indeterminato con la Tirreno Power. Era finalmente tranquillo, poteva mantenere la sua famiglia. E ora? Mi dica lei, che magari è più informata di me, cosa ne sarà della fabbrica?! La chiuderanno!?” la voce rotta dalle lacrime, il tremore delle mani, la vera preoccupazione si legge chiaramente dalle parole della donna in cerca di risposte, di una qualunque parola di conforto e rassicurazione.

“Lui lavora con il carbone a Vado, arrivano le navi e si occupa di scaricarlo, un lavoro duro, ma un lavoro e con la crisi che c’è oggi se lo perdesse per lui sarebbe la fine. Sono davvero molto preoccupata” .

Paura dunque, anzi, vero e proprio terrore. Non per la possibilità dell’insorgere di patologie correlate alle mansioni svolte, ma per la possibilità di rimanere ai giorni d’oggi, senza un lavoro, con una famiglia da mandare, in ogni caso, avanti, con delle spese da sostenere: la casa, le bollette, la scuola per le bambine.

“Per ora mio figlio non ha niente, non è malato” e alla domanda circa i timori sull’inquinamento la signora Viola risponde “Non lo so se c’è o meno inquinamento, ma so che se non c’è lavoro lui non riuscirà a trovare altro e sarà disperato. Sta succedendo come in quell’altro posto del sud… in quella fabbrica, l’Ilva, come faremo?”.

E dunque a spaventare più che la malattia sembra essere, per molti lavoratori e per le loro famiglie, la possibilità di perdere il proprio posto di lavoro perché la malattia per chi ancora non ha alcun sintomo è una eventualità possibile, magari anche probabile, ma futura e lontana, invece non poter andare a fare la spesa o pagare l’affitto è una eventualità più concreta e vicina ed altrettanto drammatica.

Mara Cacace

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