Agricoltura - 29 ottobre 2014, 07:36

Il caro-vita "colpisce" anche i defunti: scende la produzione di crisantemi

A questo si aggiunge un altro fattore, Calleri:"In molti cimiteri del Nord Italia non è più possibile “mettere” questo fiore. La pianta tende a sfiorire, lasciando ovviamente petali e residui sulle tombe e così diverse amministrazioni hanno imposto questo divieto”

Nel 2004 il numero di crisantemi coltivati nella piana di Albenga era dieci volte superiore”. A fornire questo drammatico dato è Gerolamo Calleri, presidente della Coldiretti della Provincia di Savona, interrogato sulle vendite del fiore-simbolo della Festività di Ognissanti.

In dieci anni quindi si è avuto un drastico calo sia della produzione, che della coltivazione. I motivi? In primis la crisi, che spinge il consumatore ad orientarsi verso scelte più economiche, scegliendo fiori più piccoli o di plastica, ma non solo.

In molti cimiteri del Nord Italia, spiega Calleri, non è più possibile “mettere” questo fiore. La pianta tende a sfiorire, lasciando ovviamente petali e residui sulle tombe e così diverse amministrazioni hanno imposto questo divieto.”

Il crisantemo, insieme ai fiori tipici del periodo autunnale, come il ciclamino, è destinato al mercato nazionale, non all’estero e quindi il fatturato è determinato quasi esclusivamente dalle vendita in Italia. La pianta viene esportata in tutto il nord del paese, in Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana ed in alcuni casi anche in Costa Azzurra.

Se la produzione da un lato è in calo, dall'altro comunque le vendite fanno segnare un dato positivo”, conclude Calleri.

 

Cinzia Gatti