Politica - 24 novembre 2014, 08:30

Danni del maltempo a Finale Ligure: la Lega Nord propone la creazione di una commissione per le emergenze

Colpito il territorio del finalese, con frane, smottamenti e allagamenti

 

Una commissione per la gestione delle emergenze del maltempo a Finale Ligure. La proposta arriva dalla Lega Nord, sezione finalese, a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito il territorio.

Finale e Varigotti, sottolinea la Lega Nord, sono rimaste isolate in quanto si sono venute a creare frane in zone dove la volontà dell’uomo nel costruire e degli amministratori nell’autorizzare è stata più forte della natura impervia che regnava”.

Si è potuto notare ancora una volta, prosegue il Carroccio, come la situazione di smaltimento delle acque piovane nella zona tra Finalpia e Calvisio sia insostenibile con vicoli pedonali/carrabili che si trasformano all’improvviso in rii con portate d’acque notevoli, la strada provinciale viene attraversata da queste fortissime correnti d’acqua, fango e detriti che travolgono tutto quanto trovano nel loro tragitto fino a creare un effetto cascata lungo l’argine del torrente Sciusa. Quello che preoccupa è l’immobilità dell’attuale amministrazione che nulla di concreto sta organizzando”.

Per far fronte al problema la Lega Nord propone dunque la costituzione di una commissione per la gestione delle emergenze del maltempo.

La regione Liguria, prosegue Lega Nord, ha stanziato 700 milioni di euro dei quali 300 saranno spesi a Genova e altri 300 saranno destinati alle zone martoriate del Tigulio purtroppo non ha messo a progetto la regimazione delle acque della vallata di Calvisio”.

Tale situazione, sottolinea il Caroccio, in maniera del tutto simile si è venuta a creare in Via Fiume zona Finalborgo dove l’acqua male incanalata partiva da San Bernardino nella sua corsa distruggeva muri di fascia allagava abitazioni e senza controllo alcuno attraversava Via Cavassola e andava ad incanalarsi in Via Monticello anche qui con il suo carico di fango e detriti per poi immettersi nel Fiume Aquila in maniera del tutto innaturale. Alzando la testa e rivolgendola verso la collina di San Bernardino si può vedere come sia stata edificata senza la benché minima programmazione e senza prevedere al risanamento di situazioni pericolose che tuttora vi sono in essere”.

 

r.g.