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Attualità | 22 marzo 2015, 12:00

Il maestro Giovanni Battista De Andreis ricorda Giorgina Scanavino

Persona energica e mansueta, era la moglie del pittore Emilio Scanavino.

Il maestro Giovanni Battista De Andreis ricorda Giorgina Scanavino

In merito alla recente scomparsa di Giorgina Scanavino, moglie del pittore Scanavino, il maestro Giovanni Battista De Andreis, suo allievo e intimo amico, ricorda la sua figura.

1) Maestro De Andreis, qual'è il suo ricordo di Giorgina Scanavino?

Se il Padreterno si interfaccia ogni tanto con le nostre esistenze bisogna ammettere che la figura di Giorgina sia stata la scelta migliore per accompagnare la vita di Emilio Scanavino. Una compagna energica e mansueta che in qualche modo gli si configurava accanto come un alter ego o, meglio, come un riservato angelo custode, attento a ogni sua urgenza. Un carattere ruvido, il maestro, a detta degli amici e spesso anche degli allievi. Capace di improvvise impennate, con i suoi scatti epici, quanto immediatamente tenero e comprensivo.

 

2) Ci racconti un episodio che reputa significativo della sua amicizia con Giorgina…

All’età di 22 anni, nel ’60, inviai tre mie opere alla Quadriennale di Roma che mi tornarono rifiutate. La commissione di accettazione era presieduta da Scanavino. Qualche mese dopo - passando dallo studio di Calice per incontrarlo, presente la moglie - mi confessava che le mie opere erano state subito accettate dalla commissione ma lui si era opposto, rifiutandole con queste parole: “De Andreis sa fare di meglio.”

Giorgina era intervenuta, con termini concilianti al dialogo che era seguito tra noi. “Lascialo fare Emilio, se è questa la sua decisione va rispettata!” Una difesa neutrale non richiesta, da me recepita con lo stesso spirito con cui avevo accettato la particolare decisione del Maestro.

 

3) Secondo Lei,  quanto Giorgina ha aiutato Scanavino nel suo iter professionale?

Per quanto non possedessi la chiave della loro più intima familiarità posso affermare che Giorgina è stata per Emilio una presenza costante, salda e indispensabile. Sia nel difficile periodo genovese delle sue prime affermazioni - alle prese con una indigenza dignitosa - sia nel momento del definitivo riconoscimento di Cardazzo e Galleria del Naviglio, fino alla successiva tragedia affrontata da entrambi con stoica, soprannaturale dignità.

 

4) Recentemente al maestro Scanavino è stata intitolata una via a Genova: che cosa ne pensa di questa iniziativa?

Meritatissima.

Sempre che non si tratti di uno spazio insignificante. Come accaduto ad un altro grande ligure: Luciano Berio. A confronto della piazza dell’Auditorium di Roma a lui dedicata, il Comune di Imperia non ha trovato di meglio che intitolargli una periferica piazzola dove il genio della Musica, orgoglio dell’Italia, potrà contemplare l’eterna irriconoscienza della sua città natale.

Come già il suo e nostro Maestro, la scomparsa di Giorgina lascia uno spazio irrimediabilmente vuoto.

Christian Flammia

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