Dopo le dimissioni di Giovanni Lunardon e di tutta la segreteria regionale del Partito democratico e' scattata la "caccia" al nuovo segretario del PD. I dem, nella riunione di mercoledì scorso, pur restando ancora su posizioni assai diverse - i renziani da una parte, i cuperliani dall'altra - su tre punti si sono trovati completamente d'accordo: stop all'era Lunardon (con lo stesso segretario ligure deciso a dimettersi senza se e senza ma), no al commissariamento e no a un nuovo congresso. "Credo- aveva detto Raffaella Paita- che potremmo essere in grado di trovare al nostro interno la forza per andare avanti". Quindi l'obiettivo è quello di trovare un nome super partes in grado di ricompattare un Pd mai cosi' diviso e lacerato e accompagnare così il partito a un congresso vero e proprio, magari il prossimo anno. L'unico problema però è che, al momento, di figure sopra le parti, i democratici liguri, non sembrano averne trovate. E lo dimostra il fatto che, in queste ore, gli unici due nomi circolati siano assai connotati "politicamente".
Si parla dell'ex capogruppo in Regione Nino Miceli, paitiano e renziano di ferro e tra gli strateghi della vittoria di Paita alle primarie ma anche protagonista della sua campagna elettorale per le regionali; e poi Alessandro Terrile, segretario genovese dimissionario e, benchè inserito nel listino di Paita, un esponente dell'area più a sinistra e anti-renziana del partito. Due nomi che, come detto, difficilmente potrebbero raccogliere consensi trasversali nel Pd.