Savona - 09 dicembre 2015, 18:00

Gestione idrica, il Comitato Savonese Acqua Bene Comune: "Che i sindaci agiscano in fretta"

Il Consiglio dei Ministri del 19 novembre ha deliberato l’impugnativa della Legge della Regione Liguria n. 17 del 23/09/2015, “Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2014, n. 1

Il Consiglio dei Ministri del 19 novembre ha deliberato l’impugnativa della Legge della Regione Liguria n. 17 del 23/09/2015, “Modifiche alla legge regionale 24 febbraio 2014, n. 1 (Norme in materia di individuazione degli ambiti ottimali per l'esercizio delle funzioni relative al servizio idrico integrato e alla gestione integrata dei rifiuti)”, in quanto alcune disposizioni riguardanti gli ambiti ottimali di affidamento del servizio idrico integrato contrastano con i principi della legislazione statale in materia di servizio idrico integrato.

Ad intervenire in merito è il Comitato Savonese Acqua Bene Comune"In sostanza il Governo chiede alla Regione e, quindi, alla Provincia di Savona e ai suoi sindaci chiarimenti in merito al 3° ATO, quello costiero da Borgio Verezzi a Laigueglia, ponendo seri dubbi sulla sua fattibilità sulla base dello Sblocca Italia e i suoi decreti attuativi. Come se non bastasse i nostri sindaci, chi per scelta, chi per ignoranza, hanno costruito un percorso verso le società pubbliche che dovevano assumere la gestione del servizio idrico, a dir poco pasticciato e rischioso".

Continuano: "Infatti per poter affidare ad un soggetto pubblico la gestione dell’acqua occorrono alcune prerogative:

  • piani d’ambito definitivi e non temporanei. Nel senso che gli investimenti che devono prevedere devono partire da una conoscenza dell’esistente, sia in termini di patrimonio, sia in termini di investimenti già fatti e, quindi, di mutui in essere;

  • tutti i comuni che fanno parte di un Ambito Territoriale devono poter esercitare il cosiddetto “controllo analogo”, cioè devono poter esercitare sulla società pubblica a cui affidano la gestione lo stesso controllo che esercitano sui loro uffici.

Queste prerogative mancano sia nelle delibere di maggio delle assemblee dei sindaci (tant’è che i privati, Acquedotto di Savona e San Lazzaro,  hanno già presentato i loro ricorsi al TAR Liguria), sia negli statuti e negli accordi di programma che i Consigli Comunali stanno votando in questi giorni". 

"Questo prefigura nuovi ricorsi dei privati con buone probabilità di successo! Come Comitato Savonese abbiamo da tempo detto come si doveva fare. Inascoltati, come al solito! Ora, non possiamo aspettare che il TAR dia ragione ai sindaci e non possiamo aspettare che i sindaci cambino strada ravveduti “sulla via di Damasco”. Chiederemo, certo, ai sindaci di agire in fretta per evitare il successo dei ricorsi al TAR dei privati e scongiurare la gara, cioè la privatizzazione, ma siamo, da subito, pronti a dare una mano ma anche alla mobilitazione e alla lotta, come nello scorso mese di agosto".

r.g.