La battaglia contro il bitume è arrivata ad un traguardo concreto: dopo il consiglio comunale infuocato dello scorso 11 agosto e oltre 15 mila firme raccolte dal Coordinamento No Bitume, ieri si è giunti ad un risultato importante. E’ stato infatti dal consiglio comunale votato all’unanimità una mozione che impegna la giunta e il sindaco a richiedere al Ministero dello Sviluppo Economico una nuova Conferenza dei Servizi.
Soddisfazione per la mozione da parte di Daniela Pongiglione, consigliere di “Noi per Savona-Verdi” da sempre in prima linea contro il progetto: “Dopo mesi di battaglia, la cittadinanza di Savona ha ottenuto ieri un primo risultato concreto – afferma – E’ importante ciò che viene espresso nella mozione dato che dall'esame della procedura è emersa una incompatibilità urbanistica tra il progetto proposto e il piano regolatore portuale, che non prevede attività petrolifere nel bacino di Savona”.
Infatti i consiglieri di minoranza e maggioranza hanno firmato un unico documento che "impegna il sindaco e la Giunta Comunale a richiedere al ministero dello Sviluppo Economico di negare il titolo abilitativo unico per l'impianto e l'esercizio dell'attività ai fini della concessione dell'autorizzazione di cui all'art.1 comma 56 della legge 239/2001 e comunque prima di prendere altre eventuali decisioni di indire una nuova Conferenza dei Servizi per meglio valutare i ravvisati rilevanti profili di contrasto con i vigenti strumenti urbanistici (Prp e Puc) e la mancata valutazione preliminare delle emissioni in atmosfera". La mozione impegna sindaco e Giunta a richiedere anche "alla Regione Liguria di esprimersi negativamente sul progetto e a non stipulare (per le motivazioni precisate dal Dirigente del settore Pianificazione Territoriale di questo Comune) l'intesa di cui al comma 2 dell'art.57 del d.l. n.5 del 2012 della legge 35/2012 costituente".
“Il risultato di ieri è stato ottenuto grazie alla grande partecipazione dei cittadini, che ci hanno supportato nella nostra denuncia e nella nostra azione –continua il consigliere di minoranza - Continuiamo a chiedere l'attenzione e l'attiva partecipazione di tutti, perché questo è solo l'inizio di un percorso delicato e ancora irto di ostacoli. Continuiamo a vigilare affinché alle dichiarate buone intenzioni di tutti seguano fatti concreti: vogliamo che il deposito di bitume, nel porto di Savona, non si faccia”.
Ora il Comune di Savona marcia compatto per far sì che il progetto non venga realizzato ma, resta di idea diversa l’autorità portuale: “Ancora una volta dobbiamo puntualizzare che le recenti affermazioni dell'Autorità Portuale dimostrano il contrario della dichiarata disponibilità ad operare scelte in sinergia con le esigenze della città”, continua Daniela Pongiglione.
Anche il gruppo Facebook Savona Porto Elettrico non concorda con le affermazioni dell’Autorità Portuale: “Il bitume compatibile con i piani? Non siamo d'accordo. La dichiarazione del Presidente dell'Autorità Portuale, "nello spazio savonese i confini sono meno marcati, lasciando spazio a soluzioni diverse", si può interpretare come la possibilità che il Piano Regolatore Portuale (PRP) sia elastico e adattabile a piacere, a seconda delle circostanze. In realtà il PRP non costituisce un mero adempimento burocratico, ma serve a stabilire la destinazione futura delle varie zone portuali. In base alla destinazione delle zone e alla loro collocazione, il PRP deve contenere un rapporto integrato di sicurezza, al cui rispetto l'Autorità Portuale è vincolata. Il rapporto (che deve essere approvato da una conferenza dei servizi composta da regione, enti locali territorialmente interessati ed amministrazione centrale) deve evidenziare i pericoli ed i rischi rilevanti connessi alle attività, nonché le possibili conseguenze connesse ad OGNUNA di loro, con indicazione del raggio di danno, delle procedure operative atte a fronteggiarle e le misure da adottarsi per garantire la sicurezza. Il documento deve essere aggiornato ogni 5 anni o prima, qualora insorgano nuove e comprovate circostanze. Ogni modifica del rapporto dovrebbe imporre una variante del PRP. Ora, l'area destinata alla costruzione del deposito di bitume non esisteva neppure al momento della redazione del PRP, quindi risulta difficile pensare che sia menzionata nel rapporto di sicurezza allegato, così come non si parla di banchine per l'attracco di cisterne per prodotti petroliferi. Inoltre la zona di riempimento era stata autorizzata come parcheggio e zona di transito, quindi con rischi e pericoli connessi non paragonabili a quelli legati ad un deposito di bitume. Tutto questo lascerebbe supporre che la destinazione petrolifera di quella o altre zone del Porto di Savona implichi la necessità di un nuovo PRP”.