Savona - 28 dicembre 2016, 17:00

L'austerità della porta accanto

Di anno in anno la tiritera sulle difficoltà di bilancio dei Comuni è sempre più asfissiante. Uno psicodramma che va avanti inesorabilmente, dopo centinaia di "prove" politologiche su federalismo sì-no, rimescolamento di competenze, ricentralizzazione forse, neutralizzazione degli enti intermedi (anche in questo caso forse, perché sopravvive uno scampolo di Provincia). Persino il termine "austerity" è passato di moda, normalizzato dalla triste rassegnazione ad un periodo di ristrettezze apparentemente senza sbocco. 

Sindaca Caprioglio e assessore al bilancio Montaldo, a Savona, hanno iniziato da subito ad attivare la mannaia per interrompere le elargizioni a sodalizi ed enti che prosciugavano il forziere di Palazzo Sisto: l'impatto è sulla rete museale cittadina, sulle iniziative culturali e sull'associazionismo in generale. Albero di Natale decurtato, Confuoco alleggerito, divertimenti in souplesse per Capodanno. Si contano già tanti esempi di ritocchi, grandi o piccoli, per scongiurare il dissesto grave che porterebbe al commissariamento del Comune capoluogo. 

L'errore è mettere tutto nello stesso calderone. Bisognerebbe spulciare con pazienza e onestà i dati di due mandati amministrativi - i precedenti - per capire se quel patrimonio di oltre 1 milione di euro assegnato in fondi e contributi sia stato o meno una spesa utile e lungimirante. Altrimenti, a causa della disinvoltura pregressa, oggi rischiano di farne le spese quelle associazioni e iniziative che davvero portano valore. Forse la Corte dei Conti potrebbe dare una mano in questa disamina. Questa assuefazione globale all'austerità, come se fosse cosa normale, rammollisce il coraggio di riconoscere (o far riconoscere) le responsabilità.   

Felix Lammardo