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Sanità | 21 gennaio 2017, 18:44

Sanità nel Ponente Ligure: la posizione della UIL

"Cairo è di importanza basilare per il suo territorio e Albenga costituisce un'eccellenza per la cura di malattie ossee"

Sanità nel Ponente Ligure: la posizione della UIL

Sanità nel Ponente Ligure, dichiara: Milena Speranza, segretario Uil Fpl Imperia Savona: "Abbiamo bisogno di certezze e non di risparmi sulla pelle dell'utenza e dei lavoratori. Dobbiamo assolutamente comprendere dove si voglia arrivare con questo piano regionale. Il primo obiettivo deve essere quello della salvaguardia occupazionale e delle professionalità.

Bordighera ha già subito tagli che l'hanno ridotta in stato di degrado, sembra essere diventata la copia della RSA chiusa da tempo su Costarainera. In più non esiste un pronto soccorso, ma un punto di primo intervento che non soddisfa il territorio. Così il pronto soccorso di Sanremo resta soffocato dai numerosissimi ingressi. Su quel vecchio ex ospedale hanno investito per restaurare una sola parte. Tuttavia sono restauri mai completati e le risorse economiche messe in campo sono state gettate al vento. Tempo fa, la Uil ha azzardato una proposta: rimettere un pronto soccorso e investire su quell'ospedale per avviare una sorta di turismo sanitario, considerando la vicinanza con la Francia. Sarebbe stato un bel progetto legato al pubblico e con investimenti anche rivolti a nuova occupazione.

Cairo oggi è la fotocopia di Bordighera, ma ha un importanza territoriale basilare sopratutto per tutti quegli anziani che vivono nei paesi limitrofi. Basterebbe pensare ad uno sviluppo indirizzato a quello scopo senza mascherare la struttura da Rsa.

Albenga ha, ad oggi, è uno dei centri di specializzazione sulle malattie ossee. È un centro importantissimo gestito completamente dal pubblico. Per il resto ci sono sale operatorie che già lasciano molto spazio alla intramoenia e quindi al privato.

Ora la mia riflessione è che noi dobbiamo batterci per un servizio efficiente e non per il mantenimento di quello che abbiamo che inevitabilmente significherebbe chiudere o gestione privata.Bisogna che si abbia ben chiaro che servono servizi e non dobbiamo perdere neppure un posto di lavoro. I programmi della Regione non possono mirare alla sola razionalizzazione delle risorse".

c.s.

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