Savona - 22 febbraio 2017, 17:00

Santa Corona: come avvilire le eccellenze

Il grosso l'aveva messo in cantiere l'ex assessore regionale alla salute, Montaldo. L'attuale assessore Viale che ne ha preso il posto prosegue, pur con una visione totiana suggestionata dalla sanità lombarda, l'operazione di razionalizzazione. Una parola, razionalizzazione, ormai entrata nel dizionario mistico della politica, tanto generica quanto ferina. Il Santa Corona da un po' si è avviato al declino: sopravvivono eccellenze e buone volontà, sì, ma lo spettro di un ulteriore declassamento agita un intero territorio.

Non si potrebbero immaginare, oggi, proteste vibranti e di piazza contro lo smantellamento del Dea di II livello, come accadde per la deaziendalizzazione. Allora chi protestò fu sconfitto e il nosocomio pietrese perse lo status d'azienda. Oggi le voci che si levano sono più timide e fioche, eppure il repentaglio è ancor più prepotente. Senza la qualifica di Dipartimento emergenza-urgenza II, l'ospedale di Pietra Ligure rischia di impoverirsi definitivamente, perdendo quella funzione baricentrica che ha sempre svolto nel Savonese e di aggancio all'Imperiese.

Non saranno i nuovi dirigenti dell'Asl a cambiare le carte in tavola, come del resto non avrebbe potuto fare il pro tempore Porfido. Tutto passa sulle teste di medici, operatori, fiduciari stessi e naturalmente cittadini. La giunta della Regione non ha mostrato segni di interesse verso la possibile integrazione Pietra-Albenga, non ha provveduto alla sostituzione dei primari né all'ottimizzazione dei reparti, non ha preso in considerazione il progetto di autofinanziamento per il nuovo Santa Corona. Un'inerzia che costerà cara. Altro che razionalizzazione. 

Felix Lammardo