Politica - 04 maggio 2017, 14:00

Il gruppo Finale Ligure Viva è critico sulla rotonda di Finalpia

Il consigliere Colombo: “Troppe difficoltà di transito per i mezzi pesanti”

Il consigliere capogruppo di Finale Ligure Viva Sergio Colombo, in occasione dell’ultimo consiglio comunale ha sottoposto all’amministrazione tutte le sue perplessità nei confronti della progettazione della rotonda di Finalpia.

La struttura è ormai universalmente soprannominata (da maggioranza e minoranza, ma in realtà da tutti i cittadini) la “rotomba”, per via della presenza in loco di uno storico e inamovibile mausoleo di famiglia. Già negli anni ’90, quando in quell’area era stato realizzato un parcheggio nell’ex cimitero di Pia, la polemica del “parcheggio con tomba” era stata sollevata in consiglio comunale dal compianto avvocato Luca Vecchiato, all’epoca esponente del Partito Liberale.

Ma torniamo all’attuale “rotomba”, spiega infatti Sergio Colombo: “Sono seriamente preoccupato per il transito dei mezzi pesanti. Essa infatti si trova troppo disassata rispetto all’Aurelia e ciò si percepisce soprattutto procedendo in direzione da Savona verso Ponente. Ad aggravare ulteriormente la situazione la scelta di realizzare i passaggi pedonali rialzati, che rallentano ulteriormente il traffico”.

L’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Guzzi è rassicurante: “Il progetto è frutto di competenze di ingegneri, è già stato rimodulato in base a queste perplessità e sono state fatte delle simulazioni, sia in digitale, sullo schermo del computer, sia su carta, in modo da introdurre le opportune modifiche. I tecnici mi hanno tranquillizzato dal punto di vista sia teorico che pratico”.

Ma la spiegazione non convince Colombo: “Capisco che siano state effettuate delle simulazioni virtuali, ma di fronte a un’opera urbanistica di così grandi dimensioni soltanto una prova pratica in condizioni reali, mediante la realizzazione di una rotonda provvisoria delimitata da barriere di tipo “New Jersey”, può dare dei risultati attendibili e senza spiacevoli sorprese. Non capisco perché ciò non sia stato fatto”.

Alberto Sgarlato