Savona - 08 maggio 2017, 17:00

La Bandiera Blu non è sinonimo di compatibilità ambientale

Se ci fosse una classifica sul grado di fiducia nelle classifiche (stilate su ogni parte dello scibile umano), gli italiani sarebbero sul podio dei creduloni. Perché è la metodologia, anzitutto, a conferire credibilità ad una graduatoria che va dalla palma alla maglia nera. La maggior parte dei lettori, però, ignora beatamente i criteri con cui vengono elaborati certi elenchi, che piacciono tanto sia per sentirsi confermati nelle proprie convinzioni sia per dare addosso ai rivali. Oppure semplicemente per fare promozione.

E' naturale che le Bandiere Blu sventolino con orgoglio in tanti Comuni della Liguria, regione che anche quest'anno ha fatto incetta di riconoscimenti. Orgoglio che comunque dovrebbe prescindere dalle bandiere. Da molto tempo a questa parte, questo riconoscimento FEE viene quasi preso come un modo per separare i virtuosi dai brutti. Niente di più sbagliato. 

E' fuorviante l'equazione tra Bandiera Blu e mare pulito, tra il vessillo e l'equilibrio ambientale. Vale per le spiagge come per gli approdi. Non a caso il riconoscimento della Foundation for Environmental Education a volte discorda con le analisi di Goletta Verde sulle cariche batteriche. C'è da sottolineare, soprattutto, che l'acqua cristallina non è il principale requisito per l'assegnazione di una Bandiera Blu. La geografia delle Bandiere Blu non corrisponde sempre al litorale più pulito, alla balneazione più sicura e allo specchio d'acqua meno torbido.

Il vessillo FEE nel tempo è diventato uno strumento più di marketing che di orientamento alle reali condizioni ambientali. Tra i parametri necessari per ricevere una Bandiera Blu, ci sono elementi disparati che vanno dall'educazione ambientale ai cestini per la differenziata, dai cartelli informativi all'equipaggiamento per la sicurezza. Il tutto può dare un'idea affidabile della qualità di un servizio, premiando i tratti meglio attrezzati con ombrelloni e lettini rispetto a quelli dove a primeggiare è la qualità ambientale.

Il discorso sui lidi è lo stesso che si può fare sui porti turistici. Anzi, questi ultimi ottengono la Bandiera Blu assicurando la pulizia delle acque adiacenti e l'assenza di scarichi fognari; poco per definire la compatibilità ambientale di un approdo. Da non dimenticare poi che questo sistema di bandierine creato dall'organizzazione danese si basa sulle autocandidature: passa in rassegna soltanto le località che rispondono al questionario FEE, non tutte le località italiane.

Ci sono quindi diversi aspetti discutibili. Non ultimo quello dei campionamenti e delle analisi dell'acqua: la Foundation for Environmental Education non ha laboratori, ma si affida alle singole autorità per il territorio di ciascuna Regione... che spesso hanno standard sanitari diversi e, nel fornire le autocerficazioni, nascondono un alto rischio di mistificazione.

Felix Lammardo