Venerdì 28 luglio alle ore 21,15 in piazza Concordia - Albissola Marina: incontro con il giornalista Federico Rampini e presentazione del libro “Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione. Le menzogne delle élite” (Mondadori). Introduce Renata Barberis. L'evento rientra nell'ambito della rassegna "Parolo Ubikate".
Secondo Rampini (scrittore e giornalista corrispondente dalla Cina e dagli Stati Uniti, grande esperto dei fenomeni economici e sociali mondiali) il mondo sembra impazzito. Stagnazione economica, guerre civili, conflitti religiosi, terrorismo. E, insieme, la spettacolare impotenza dell'Occidente a governare questi shock, o anche soltanto a proteggersi.
Senza una guida, abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio nell'isolamento da tutto il male che viene da «là fuori» e nel recupero di aleatorie identità nazionali. Il tradimento delle élite è avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto ciò che è sovranazionale, a tutto ciò che unisce al di là dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. Il triste bilancio è quello di aver reso i figli più poveri dei genitori.
Il mondo sembra impazzito. Stagnazione economica. Guerre civili e conflitti religiosi. Terrorismo. E, insieme, la spettacolare impotenza dell'Occidente a governare questi shock, o anche soltanto a proteggersi.
Senza una guida, abbandonate dai loro leader sempre più miopi e irrilevanti, le opinioni pubbliche occidentali cercano rifugio in soluzioni estreme. Alla paura si risponde con la fuga all'indietro, verso l'isolamento da tutto il male che viene da «là fuori» e il recupero di aleatorie identità nazionali. Globalizzazione e immigrazione sono i due fenomeni sotto accusa. Il tradimento delle élite è avvenuto quando abbiamo creduto al mantra della globalizzazione, quando il pensiero politically correct ha recitato la sua devozione a tutto ciò che è sovranazionale, a tutto ciò che unisce al di là dei confini, dal libero scambio alla finanza globale. Il triste bilancio è quello di aver reso i figli più poveri dei genitori. Il tradimento delle élite si è consumato quando abbiamo difeso a oltranza ogni forma di immigrazione, senza vedere l'enorme minaccia che stava maturando dentro il mondo islamico, l'ostilità ai nostri sistemi di valori. Quando abbiamo reso omaggio, sempre e ovunque, alla società multietnica, senza voler ammettere che questo termine, in sé, è vuoto: non indica il risultato finale, il segno dominante, il mix di valori che regolano una comunità capace di assorbire flussi d'immigrazione crescenti. E il tradimento è continuato praticando l'autocolpevolizzazione permanente, un riflesso pavloviano ereditato dall'epoca in cui «noi» eravamo l'ombelico del mondo: come se ancora oggi ogni male del nostro tempo fosse riconducibile all'Occidente, e quindi rimediabile facendo ammenda dei nostri errori. In questo acuto pamphlet di denuncia – inclusa un'autocritica sul ruolo dei media – Federico Rampini indica le possibili vie d'uscita: un'economia liberata dai ricatti delle multinazionali e dei top manager; un'immigrazione governata dalla legalità e nella piena osservanza dei nostri princìpi; una democrazia che torni a vivere della partecipazione e del controllo quotidiano dei cittadini; e, infine, un dibattito civile ispirato all'obiettività e al rispetto dell'altro, non ai pregiudizi, all'insulto e alla gogna mediatica dei social.
Federico Rampini, scrittore e giornalista, ha iniziato la sua attività giornalistica nel 1977 a «Città futura», settimanale della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), di cui era segretario generale Massimo D'Alema; dal 1979 scrive per «Rinascita», giornale che deve abbandonare nel 1982 dopo avervi pubblicato un'inchiesta sulla corruzione in seno al PCI.
In seguito è stato prima vicedirettore de «Il Sole 24 Ore» poi capo della redazione milanese ed in seguito inviato del quotidiano «La Repubblica» a Parigi, Bruxelles e San Francisco. Come corrispondente ha raccontato dapprima le vicende della Silicon Valley; ha lasciato poi gli Stati Uniti per aprire l'ufficio di corrispondenza di Pechino. Ha insegnato alle Università di Berkeley, Shanghai e al Master della Bocconi.
Nel 2005 ha vinto il Premio Luigi Barzini per il giornalismo, nel 2006 il Premio Saint Vincent.
È autore di numerosi saggi, tra cui: Le paure dell'America (Laterza 2003), Tutti gli uomini del presidente. George W. Bush e la nuova destra americana (Carocci 2004), San Francisco - Milano (Laterza 2004).
Per Mondadori ha pubblicato Kosovo (1999, insieme a Massimo D'Alema), Il secolo cinese (2005), L'impero di Cindia (2006) e L'ombra di Mao (2006).
Nel 2012 inaugura una nuova collana per Laterza ("Idòla") con un pamphlet intitolato "Non possiamo più permetterci uno Stato sociale" Falso!
Tra gli altri saggi pubblicati: Alla mia sinistra. Lettera aperta a tutti quelli che vogliono sognare insieme a me (Mondadori 2012), Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo. Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro (Mondadori 2012), La via maestra. L'Europa e il ruolo dell'Italia nel mondo dialogo con il Presidente Giorgio Napolitano (2013 Mondadori), Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale (Mondadori 2013), San Francisco-Milano. Un italiano nell'altra America(Laterza 2013), La trappola dell'austerity. Perché l'ideologia del rigore blocca la ripresa (Laterza 2014), Rete padrona Amazon, Apple, Google & co. Il volto oscuro della rivoluzione digitale (Feltrinelli 2014), All You Need Is Love. L'economia spiegata con le canzoni dei Beatles (Mondadori 2014) e Il tradimento. Globalizzazione e immigrazione, le menzogne delle élite.