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Eventi | 11 settembre 2017, 11:30

A Finalborgo la mostra 'Ad Fines'

Visitabile al pubblico fino al 31 dicembre presso il Museo Archeologico

A Finalborgo la mostra 'Ad Fines'

A Finalborgo presso il Museo Archeologico, è visitabile fino al 31 dicembre 2017 la mostra Ad Fines, un’occasione assai interessante per conoscere, attraverso materiali, installazioni e pannelli illustrativi, come si viveva in un piccolo territorio rurale, quale doveva essere il Finale, ai tempi dell’antica Roma. La mostra e il Museo Archeologico del Finale sono visitabili da martedì a domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 17.00.

Nel  territorio del Finalese sono rimaste importanti testimonianze di tale periodo e questa esposizione, che rimarrà aperta sino a fine anno, vuole avvicinare in modo divulgativo sia i cittadini finalesi e gli studenti delle scuole del comprensorio, sia il vasto pubblico che d'estate frequenta le nostre spiagge. La mostra esordisce con la riproduzione della grande carta geografica detta “Tavola peuntingeriana”, che illustra la rete viaria riordinata da Augusto e sulla quale si svolgeva il traffico dell'Impero. Il Finale è qui rappresentato da una linea spezzata in prossimità di un enigmatico corso d’acqua, denominato Flumen Lucus. Questo territorio era posto al confine, cioè  “Ad Fines”, tra i municipi di Vada Sabatia/Vado Ligure e di Albingaunum/Albenga, segnato dal torrente Pora, che già separava le tribù liguri dei Sabazi e degli Ingauni.

Per questa zona le fonti antiche non ci hanno quindi tramandato una sicura denominazione ed il toponimo Pullopice o Pollupice, una possibile stazione di sosta lungo la via Iulia Augusta, tra Finale Ligure e Pietra Ligure, viene riportato unicamente nell’Itinerario Antonino, una descrizione delle vie romane in età imperiale risalente al III secolo d.C.  

Gli scrittori antichi hanno descritto i Liguri insediati sulla fascia costiera come contadini e pastori impegnati a sfruttare le poche risorse di un territorio difficile, prevalentemente montuoso e con piccole piane paludose poco idonee all’agricoltura. L’inevitabile scontro iniziale tra Liguri e Roma fu anche un conflitto di “civiltà” tra una grande potenza militare ed economica in una fase di inarrestabile espansione mediterranea e popolazioni organizzate in gruppi etnici tribali, spesso in contrasto tra loro e fortemente ancorati a tradizioni secolari.

La romanizzazione del territorio ligure fu comunque un graduale ma inesorabile processo storico. Nel silenzio delle fonti scritte, la storia del Finale in età romana può essere letta quasi esclusivamente attraverso lo strumento dell’archeologia, che ci restituisce indizi sugli insediamenti esistenti sul territorio, sulle necropoli e i rituali funerari, sulla viabilità, l’alimentazione e le colture agrarie, soprattutto grazie agli oggetti della vita quotidiana di quei nostri predecessori di duemila anni fa, che vivevano dove oggi noi stessi abitiamo.  

La mostra, tra i materiali esposti, presenta ceramiche, monete in argento, materiali da costruzione e - per la prima volta al pubblico - alcune epigrafi in marmo appartenenti alle collezioni civiche e una statuina in bronzo raffigurante il dio Mercurio.

Progetto scientifico a cura di: Daniele Arobba, Marta Conventi, Andrea De Pascale, Giovanni Murialdo; Progetto grafico della mostra e comunicazione: Daniele Arobba, Andrea De Pascale; Progettazione dell’allestimento: Daniele Arobba, Marta Conventi, Andrea De Pascale; Realizzazione dell’allestimento: Daniele Arobba, Elisa Bianchi, Andrea De Pascale, Simona Mordeglia, Manuela Saccone.

Alla realizzazione della mostra hanno contribuito: Roberto Grossi, Emilio Provenzani e Claudio Ruggeri. Si ringrazia lo STAS - Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria per il filmato sul relitto navale di Albenga. 

c.s.

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