Politica - 07 aprile 2018, 12:48

Il Movimento 5 Stelle su Finale Ambiente: "La triste storia di un capannone ciofeca"

Dichiara il M5S finalese: "Viene annunciata come fiore all'occhiello una sede nuova che in realtà nasce già vecchia e che non sarà neanche utilizzata per intero"

Il Movimento 5 Stelle di Finale Ligure contesta le vicende che hanno portato alla recente acquisizione del capannone di Finale Ambiente. Commentano i portavoce del M5S: "Il Sindaco, il Presidente di Finale Ambiente e tutti, dovrebbero calmare i loro bollenti spiriti e contenere gli entusiasmi. Dovrebbero necessariamente rivangare il passato e scoprirebbero che non sono stati poi così bravi.

La vicenda del capannone della San Michele S.r.l. per la Giunta Frascherelli inizia ufficialmente il 31/08/2015 con l’approvazione in Consiglio Comunale, grazie ai soli voti della maggioranza, al via libera, alla Finale Ambiente, per l’acquisto dell’immobile. Quindi ben 2 anni e 7 mesi fa, per concludere l’acquisto, di fatto non ancora avvenuto, di un capannone “ciofeca”, senza tetto e necessario di opere di adeguamento per un ammontare di 1.190.175,50 € oltre iva più spese accessorie, che cumulano a € 1.453.465,05. Lavori poi “tagliati” a soli 871.358,53 € oltre iva più spese accessorie.

Ora facciamo due conti. Se si considera il prezzo iniziale di acquisto del capannone pari a 1.100.000 € oltre iva, poi sceso ad € 1.067.000 per lo sconto di 33.000 €, prezzo pari alla minore superficie di 100 mq, demolita a seguito di riscontrati abusi edilizi, togliendo l’anticipo di 55.000,00 €, già versato in data 22/12/2015 alla firma del primo contratto preliminare di vendita, rimangono da pagarsi alla San Michele S.r.l. 1.012.000 € oltre oneri accessori.

Per i lavori di adeguamento rimarrebbero solo € 588.000 (cioè la differenza tra 1.600.000 € l’importo del mutuo escluso gli interessi sulle rate – 1.012.000 €). Quindi il mutuo richiesto non copre per intero tutta l’operazione che avrebbe dovuto cubare originariamente per complessivi 2.465.465,05 €, prima della decurtazione. Ed allora la differenza chi ce la metterà? Alla fine si compera una “nuova ma già vecchia” sede, il “fiore all’occhiello”, e non la si potrà occupare ed utilizzare per intero, perché gli uffici amministrativi rimarranno in altra sede, in affitto, fino a data da destinare, realizzando, di tutti i lavori previsti dal progetto, solo una parte. Risultato “né una scarpa né una ciabatta” come si dice!

Quindi caro Sindaco, oggi avete solo messo una pezza ad una “bella brutta” figura reiterata più volte nel tempo dai mancati rispetti degli accordi firmati con la proprietà, anch’essa non immune da difetti, dichiarando da prima l’immobile conforme urbanisticamente, per poi scoprire non esserlo.

Da qui l’inizio del calvario, la mancata firma del contratto definitivo di vendita in data 30 giugno 2016 e lo spostamento dei termini di un anno, al 30 giugno 2017, e la perdita di ben sette mesi in cui non si sa cos’abbia fatto la Finale Ambiente.

Sette mesi che sarebbero serviti per indire il bando di gara al fine di trovare l’istituto di credito per poi arrivare allo scadere del termine, senza che nulla di tutto ciò fosse stato fatto e senza poter firmare l’atto, nonostante la proprietà avesse, di sua volontà, ulteriormente spostato il termine di un mese (al 31 luglio 2017).

A seguito di ciò la comica vicenda del ricorso al Tribunale da parte della stessa proprietà per costringervi ad acquistare il capannone (che voi volevate acquistare a tutti i costi ma che non potevate fare perché non avevate i soldi) per il mancato rispetto dei termini contrattuali da parte della Finale Ambiente e il pagamento dei 4.000,00 € di affitto per indebita occupazione degli spazi nel mese di Agosto 2017, a mo’ di rappresaglia.

Ostaggi di una proprietà che riceve sconti ma non ne concede e voi a testa bassa, con la coda tra le gambe, a subire il ricatto e a pagare … siete andati avanti per la vostra strada nell’acquisto di una struttura, scoperchiata, già vecchia e necessaria di grossi investimenti per renderla utilizzabile. Ma tanto i soldi non sono i vostri! Poi, per “gentile” concessione della proprietà, un ulteriore proroga al 30 novembre 2017, con la promessa di non portarvi di nuovo davanti al Giudice del Tribunale.

Naturalmente obbiettivo anche questo non rispettato, visto che siamo giunti al 5 aprile 2018 ed abbiamo solo aperto le buste per individuare l’istituto di credito che concederà il mutuo, ma non abbiamo ancora di fatto acquistato il capannone. Vi vogliamo ricordiamo, in ultimo, che avete insistito con la storia del Leasing per più di due anni e mezzo, millantando che c’erano istituti di credito disposti a concedervelo, ma non era così, perché anche l’unica banca, e che banca!, “quella del territorio” la CA.RI.GE., a cui rimandiamo i lettori, per loro memoria, alle ultime vicissitudini giudiziarie, si era ritirata.

Poi siete passati al Mutuo e millantavate, anche in questa circostanza, numerosi Istituti di credito interessati all’operazione, ma alla fine solo un’offerta è arrivata, e guarda il caso, sempre e solo dalla “banca del territorio” che questa volta ha gradito la nuova forma di credito da elargire, rispetto a quella del precedente bando.

Vittoria di Pirro, Caro Sindaco, siete come quello studente che conclude gli studi nel doppio del tempo e alla fine dopo averle provate tutte, con un piccolo consiglio riesce a passare l’ultimo esame".

c.s.