Sanità - 15 aprile 2018, 10:35

FAB SMS: perché Società di Mutuo Soccorso?

Principi, valori e ruolo del Mutuo Soccorso dall’Ottocento al Welfare State

A poco più di un anno dalla trasformazione di FAB da Fondo Socio Sanitario a Società di Mutuo Soccorso - attuata per maggiorare i vantaggi e la qualità dei servizi offerti agli oltre 30 mila Soci - abbiamo incontrato la Presidente Marcella Borsani (in foto) per approfondire le tappe salienti della storia del Mutuo Soccorso in Italia, ma anche dei principi che lo hanno ispirato e del ruolo riveste oggi nel contesto della crisi del Welfare State.

Presidente, cosa sono e quando nascono le Società di Mutuo Soccorso?
Le Società di Mutuo Soccorso sono associazioni nate nell’Ottocento per sopperire alle carenze dello Stato sociale e aiutare i lavoratori in caso di incidenti sul lavoro, malattia o perdita del posto: si tratta di una delle prime forme di solidarietà della classe lavoratrice, istituite per affrontare le spese inerenti malattia, decessi e disoccupazione. In Italia, le condizioni giuridiche della loro affermazione sono state poste, nel 1848, dallo Statuto Albertino del Regno Sabaudo, che riconobbe la libertà di associazione: nacque proprio in quell’anno, a Pinerolo, la prima Società di Mutuo Soccorso, e nel 1850, a Torino, la Società degli Operai. Le Società di Mutuo Soccorso vengono furono ufficialmente istituite con la Legge n. 3818 del 15 aprile 1886.


Quali sono i loro valori ispiratori?
Il principio della Mutualità rispecchia il bisogno che - in tutti i tempi e in tutti i luoghi – ha spinto gli uomini economicamente più deboli a cercare una possibilità di miglioramento e di difesa nell’unione solidale, incentrata sulla volontarietà e l’assenza di un fine di lucro.

Come si sono evolute le SMS?
La seconda metà dell’Ottocento ha rappresentato la vera “età dell’oro” delle Società di Mutuo Soccorso, che si svilupparono nei centri urbani come nelle campagne, sia su base territoriale, che su base professionale. La loro espansione proseguì fino al primo decennio del Novecento: a farne parte furono le più svariate categorie professionali, le stesse che daranno successivamente vita a sindacati, associazioni professionali e forme di rappresentanza delle imprese artigiane.

Come sono sopravvissute ai due conflitti mondiali?
Nel periodo della Prima Guerra Mondiale e nei successivi anni Trenta e Quaranta hanno, di fatto, avuto una battuta di arresto poiché il Mutuo Soccorso era impegnato a sostegno della pace e nell’aiuto ai cittadini, ai soldati e alle loro famiglie. Gli anni del secondo dopoguerra sono stati invece quelli in cui - insieme al fordismo nelle fabbriche - è cresciuta la Pubblica Amministrazione al fine di rispondere direttamente ai bisogni dei cittadini. Parallelamente, si sono sviluppati i partiti di massa e i sindacati, finalizzati a tutelare i diritti delle fasce più deboli, eredi dei principi del mutualismo ottocentesco. Intanto, i locali delle Società di Mutuo Soccorso hanno ripreso a rianimarsi, ospitando attività ricreative di varia tipologia.

Il Mutuo Soccorso, oggi, può rappresentare la risposta alla crisi del Welfare?
La crisi del Welfare State, partita nell’ultimo decennio del Novecento, e la conseguente ricerca di nuove soluzioni per una sanità sostenibile ha sicuramente fatto riacquistare un ruolo sempre più determinante a quelle organizzazioni e associazioni che hanno in comune modelli organizzativi di tipo partecipativo, come l’attività professionale congiunta al volontariato e l’assenza di scopi di profitto. In un contesto come questo, il Mutuo Soccorso e tutte le organizzazioni e le imprese che producono innovazioni economiche e sociali mettendo al centro il cittadino, non possono che configurarsi come risposta plausibile e convincente nel nuovo panorama socio-sanitario italiano.

 


Info:
www.fondoassistenzaebenessere.it

 

Antonella Manuela Larocca