Attualità - 07 agosto 2018, 16:47

Laigueglia, il sindaco si rivolge alla Regione: "Chiediamo che non vengano fatti rilievi Arpal nelle 48 ore dopo eventi meteorologici straordinari"

Tutto è nato dal divieto di balneazione emesso a seguito di alcuni rilievi che il sindaco contesta essere stati fatti poche ore dopo un fortissimo temporale responsabile dell’alterazione dei valori. Roberto Sasso del Verme: “Dopo le 48 ore le analisi hanno rilevato valori dell’acqua più vicini a quelli previsti per la potabilità che per la balneazione”

Tutto è partito dallo scorso 18 luglio quando il sindaco Roberto Sasso del Verme è stato costretto ad emettere ordinanza di divieto di balneabilità a seguito di alcuni rilievi Arpal.

Lo specchio acqueo antistante la zona denominata "zona Diana" compreso tra Centro Sportivo del Golfo e Bagni Laigueglia estremi inclusi presentava livelli di agenti inquinanti fuori dai limiti consentiti.

Afferma il sindaco Roberto Sasso del Verme: “La mia contestazione nei confronti dell’Arpal non era affatto legata al loro operato, anzi li ringrazio per essere stati a nostra disposizione ed averci mandato i dati che ci hanno permetto si togliere il divieto il sabato, tuttavia credo che vi sia una incongruenza a monte.”

“Fino a qualche anno fa – spiega il sindaco - i prelievi Arpal venivano fermati se c’erano eventi atmosferici rilevanti. Questa volta alla sera alle 21 si era scatenato sul nostro territorio un forte temporale per il quale era stata emessa anche allerta gialla, ma alle prime ore del mattino i tecnici Arpal sono venuti a fare i controlli che hanno evidenziato, logicamente, una problematica”

Continua Sasso del Verme: “Il giorno dopo avevamo fatto rifare le analisi, i risultati erano già congrui e, qualche giorno dopo è emerso che nello stesso punto i rilievi effettuati avevano mostrato valori più vicini a quelli previsti per la potabilità che per la balneazione, quindi l’acqua era pulitissima”.

Conclude il primo cittadino: “Alla luce di quanto accaduto intendo rivolgermi alla Regione ed in particolare a Giampedrone per chiedere un intervento e riportare le cose come erano prima. Credo si dovrebbe disporre che, nelle 48 ore dopo un evento atmosferico rilevante non vengano fatti i prelievi per le analisi”.

 

 

 

Mara Cacace