Attualità - 10 dicembre 2018, 14:02

Liberalizzazioni del commercio, Filcams Cgil: "Verso le festività natalizie senza la regolamentazione promessa"

"La Filcams CGIL ribadisce che la mobilitazione per la regolamentazione delle aperture domenicale non è solo a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio che palesemente ne subiscono le conseguenze, è una mobilitazione per il territorio e l'ambiente, per i centri storici, per la cultura".

Nota ufficiale firmata da Cristiano Ghiglia, Filcams Cgil Savona:

Sono diversi i disegni di legge in discussione: il 24 ottobre 2018 si è tenuta, presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei deputati, l'audizione con le Organizzazioni Sindacali del commercio, ma è ormai trascorso più di un mese e non sono seguiti aggiornamenti.

Nonostante alcune associazioni datoriali del commercio e della distribuzione cooperativa hanno aperto alla possibilità di una limitazione delle aperture l'azione del Governo si è inspiegabilmente fermata dando di fatto ragione alle multinazionali della grande distribuzione che hanno sempre sostenuto la liberalizzazione selvaggia voluta dal Governo Monti.

Con la festa dell’8 dicembre si è dato il via al periodo natalizio di shopping e per l’ennesimo anno senza regole: Natale, Santo Stefano, il primo dell’anno nessuna festività civile o religiosa viene più rispettata.

Da più di 6 anni la FIlcams Cgil sta portando avanti una battaglia, La Festa Non Si Vende, contro la liberalizzazione indiscriminata degli orari e delle aperture commerciali imposta nel 2011 col cosiddetto decreto "Salva Italia".

Sono stati anni in cui non solo l’occupazione non è aumentata, ma, proprio per effetto delle liberalizzazioni, si è assistito ad un forte arretramento delle condizioni di lavoro, con turni di lavoro su 365 giorni all’anno e l'estensione dell’orario h24.

La riduzione di oltre il 20% dell'occupazione diretta ha comportato il ricorso, sempre più frequente, a forme di lavoro precario.

Il 70% dei dipendenti ha un rapporto di lavoro part-time, nella maggior parte dei casi, involontario.

Il 40% è rappresentato da lavoratrici e lavoratori a tempo determinato, a chiamata, in somministrazione o in appalto.

I lavoratori coinvolti dall’obbligatorietà del lavoro domenicale e festivo raggiungono circa il 40% degli addetti e le maggiorazioni originariamente previste per tali prestazioni hanno subito drastiche riduzioni a causa della situazione di difficoltà in cui versa parte rilevante del settore.

La Filcams CGIL ribadisce che la mobilitazione per la regolamentazione delle aperture domenicale non è solo a favore delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio che palesemente ne subiscono le conseguenze,
è una mobilitazione per il territorio e l'ambiente, per i centri storici, per la cultura. Regolamentare il commercio significa anche porre una riflessione su modelli e indirizzi di sostenibilità alternativi alle attuali pratiche del consumismo.

E’ necessario dare anche una prospettiva contrattuale aziendale e territoriale alla problematica. Nel savonese, in alcune realtà lavorative e parzialmente nei centri commerciali più strutturati, siamo riusciti a decifrare una calendarizzazione di chiusure e una turnistica domenicale e festiva condivisa dalle lavoratrici e dai lavoratori interessati”.

Comunicato Stampa