Sabato 19 ottobre, ore 17 Sala Cappa - Città dei Papi Savona via dei mille 4 - Da San Giacomo al duomo: velluti da papa e ricami d’autore per la reliquia di San Sisto a Savona
conferenza di Magda Tassinari.
Sabato 26 ottobre, ore 17 Sala Cappa - Città dei Papi Savona via dei mille 4 - Ottavio Semino e i suoi fratelli: un pittore irrequieto da San Giacomo di Savona alla Torino sabauda e alla Milano spagnola
conferenza di Massimiliano Caldera.
Mercoledì 30/10 la Prof. Paola Dubini commenterà il suo libro: “Con la cultura non si mangia – FALSO”- Sala Rossa del Comune – ore 17.
Due conferenze e una presentazione di un libro organizzate dall’‘Associazione Amici del San Giacomo’ aprono interessanti prospettive di approfondimento su alcuni aspetti e personaggi che riguardano l’antico complesso francescano, autentico focolare di cultura artistica e spirituale nella Savona del Rinascimento.
La prima, tenuta da Magda Tassinari il 19 ottobre, riguarda la cosiddetta ‘veste di San Sisto’: si tratta di un insieme di tessuti e ricami preziosi che rivestivano le reliquie del Santo pontefice.
Provenienti dalle catacombe di Priscilla a Roma e arrivate a Savona nel 1612 le reliquie furono collocate nella cappella Pavese in San Giacomo; al momento della soppressione napoleonica della chiesa e del convento, le spoglie di San Sisto sono trasportate nel duomo, dove sono vestite con alcuni frammenti di antichi paramenti già presenti nella sacrestia.
In modo particolare è stato del tutto eccezionale il rinvenimento di una figura a ricamo di San Giacomo, ritagliata, realizzata agli inizi del Cinquecento seguendo un cartone eseguito, con ogni probabilità, da Filippino Lippi, il celeberrimo pittore fiorentino: il pezzo è attualmente esposto al Castello del Buonconsiglio di Trento alla grande mostra sul ricamo italiano tra Gotico e Rinascimento, dove è stata una delle rivelazioni più ammirate.
La seconda conferenza, a cura di Massimiliano Caldera il 26 ottobre, è dedicata al pittore genovese Ottavio Semino che, insieme con il fratello Andrea, domina intorno alla metà del Cinquecento la scena artistica a Savona, imponendo il proprio linguaggio, costruito sulle novità decorative romane, a una cerchia di raffinati committenti locali: tra questi, accanto agli Spinola di Garessio, ai Naselli Feo e ai Pavese, ci sono i Ferrero che sceglieranno il raffinato decorativismo di questa bottega sia per il loro palazzo – l’odierna sede della Camera di Commercio – sia per la loro cappella nel presbiterio di San Giacomo: qui Semino darà prova non solo della propria padronanza degli ornati a ‘grottesca’ ma anche del suo aggiornamento sui modelli di Michelangelo e di Raffaello.
Accusato dell’omicidio di un collega nel 1566, Ottavio deve lasciare Savona e si rifugia a Milano dove è accolto con tutti gli onori ed entra nel circolo artistico del Lomazzo, ricevendo incarichi di assoluto prestigio come la decorazione del salone di palazzo Marino o quella del refettorio della certosa di Pavia. Andrea Semino, invece, continua i lavori lasciati interrotti a Savona dal fratello che, ammirato da Carlo Emanuele I di Savoia durante un viaggio, inviterà il pittore ligure a Torino per eseguire un ciclo di dipinti perduti per il Castello.