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Sanità | 05 dicembre 2019, 10:52

Cairo, Scaletta (Cgil): "Serve ospedale di vallata". Fasolato (Comitato Locale): "Ci vuole un Pronto Soccorso che funzioni"

Lo scorso 2 dicembre anche il nosocomio cairese tra gli argomenti della seduta straordinaria del Consiglio regionale sullo stato della sanità in Liguria. Ardenti (Lega): "Messa a bando la gestione di un ospedale funzionante con il suo Pronto Soccorso"

Cairo, Scaletta (Cgil): "Serve ospedale di vallata". Fasolato (Comitato Locale): "Ci vuole un Pronto Soccorso che funzioni"

Lunedì scorso, 2 dicembre, si è tenuta una seduta straordinaria del Consiglio regionale sullo stato della sanità in Liguria. Tra gli argomenti affrontati, anche la situazione relativa all'ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte: il nosocomio cairese è infatti in attesa di conoscere il suo futuro, affidato (a seguito di un bando) ad un gestore privato.

Tra le personalità intervenute nell'aula del consiglio regionale per discutere del San Giuseppe, anche Massimo Scaletta, rappresentante della RSU aziendale dell'ospedale San Paolo di Savona e componente della CGIL provinciale di Savona. Ecco quanto ha dichiarato nel suo intervento:

"Mi viene da dire, ripensando ad un grande sportivo come Gino Bartali, 'l'è tutto da rifare! - ha dichiarato nel suo intervento in consiglio regionale l'esponente del sindacato - la sanità ligure vede due ospedali costruiti dopo l'anno 2000: uno ex novo e uno per più del 50% che è quello di Cairo Montenotte. I due ospedali più recenti della Liguria vengono dati in gestione al privato sulla base di un presunto risparmio: tra l'altro sarebbe interessante capire se, come, dove e quando gli eventuali ipotetici risparmi saranno riutilizzati. Comunque sia due ospedali nuovi dati in gestione al privato, che non potrà fare altro che quello che deve fare un qualsiasi imprenditore privato: sfruttare al massimo la struttura e le apparecchiature per ottenere profitto. Non è una questione morale è così: non c'è nessun imprenditore che investe per fare beneficenza alla collettività, lo fa per un ritorno economico. Quindi due strutture nuove utilizzate per questo scopo".

"Sull'ospedale di Cairo in modo particolare - ha continuato Scaletta - questi ultimi drammatici giorni a maggior ragione, hanno posto l'importanza del suo esistere perché in un quadro catastrofico, che poteva esserlo ancor di più, l'unica struttura per l'entroterra savonese sarebbe stata l'ospedale di Cairo Montenotte. Ora, questo ospedale non credo che potrà avere punti di eccellenza, ma deve fornire alla popolazione valbormidese adeguati servizi. Ciò significa un punto di primo intervento o di Pronto Soccorso, chiamiamolo come vogliamo, chiamiamolo 'ospedale di vallata', 'ospedale di area disagiata'. Chiamiamolo come vogliamo, ma ci dev'essere una struttura di base che preveda la degenza: perché ricoverare un anziano residente a Osiglia, a Roccavignale o a Cengio a Savona, con tutto ciò che ne consegue alla famiglia, è un ulteriore disagio. L'ospedale di Cairo quindi dev'essere pubblico e deve funzionare con una struttura adeguata. Più diagnostica, più ambulatori, più servizi sull'immediato, ma senz'altro una degenza all'altezza della necessità".

"La sanità ligure ha visto una trasformazione importante con la creazione di Alisa - ha aggiunto ancora Scaletta - un'ulteriore azienda sanitaria, poi qualcuno mi dirà che c'è l'agenzia appaltante che si deve occupare di queste cose e che non c'entra niente con Alisa, ma un'agenzia appaltante che si rapporta con il privato come minimo dovrà fare un passaggio con Alisa sennò sarebbe davvero assurdo. Alisa cede un ulteriore trasferimento di finanziamenti dalla periferia al centro: se qualcuno in questo consiglio regionale o nella Giunta mi può spiegare perché Alisa deve avere dei finanziamenti che sono, per il personale, tre volte quello delle altre aziende sanitarie? I dirigenti hanno premi da 30mila euro, tre volte quello che ha un medico che lavora in un Pronto Soccorso, tre volte quello che ha un medico che lavora in una sala operatoria".

"Credo che ci sia davvero tanto da fare, ma rivedendo completamente quella che è la sanità in Liguria - ha infine concluso Scaletta - più investimenti sul territorio, ci devono essere più assistenze domiciliari, più strutture anche nei punti che possono essere più piccoli e più sperduti. Ci devono essere dei punti di riferimento perché questo vuol dire portare la sanità ai cittadini, per i cittadini, dai cittadini. Per una sanità universale, gratuita e pubblica".

Presente tra il pubblico c'era anche Giuliano Fasolato, presidente del Comitato Sanitario Locale Val Bormida, che si è poi espresso così ai microfoni di Savonanews:

"Un intervento che di massima era consono al problema - l'opinione di Fasolato su quanto dichiarato dal rappresentante della CGIL - anche se poi c'è stato un passaggio evitabile: Cairo non ha bisogno di un ospedale di territorio, di un ospedale di vallata come da lui detto, Cairo non ha bisogno di qualsiasi cosa pur che si concluda: ha bisogno invece di una struttura che soddisfi le esigenze della valle. Quindi abbiamo bisogno di un ospedale con un Pronto Soccorso che funzioni, con tutte le caratteristiche che sono richieste ad un Pronto Soccorso".

"Quando si parla dell'ospedale di Cairo - aggiunge Fasolato - bisogna ricordarsi che l'ospedale di Cairo serve 19 comuni che partono da Osiglia ed arrivano a Dego, quindi un territorio vasto. Con tutti i problemi che ci sono, Cairo è centrale e quindi può servire bene tutti quanti. Abbiamo bisogno di qualcosa che funzioni".

"Sono andato a Genova soprattutto per cercare di capire quali sono i tempi dell'affidamento - ha infine chiosato il presidente del Comitato Sanitario Locale Val Bormida - ad oggi abbiamo sentito molte date, ma una certa non c'è: siamo ancora nel limbo di capire quando sarà affidato al gestore privato. Privato che si è impegnato ad attuare quanto scritto nel capitolato del bando, cioè rispettare le esigenze del territorio e fornire un Pronto Soccorso. Ci aspettiamo che questo avvenga al più presto".

"Una rete d’emergenza sicura, un ospedale che abbia le professionalità necessarie a poter garantire quegli interventi chirurgici meno complessi, ma di cui più spesso si ha bisogno, servizi territoriali adeguati per una valle in cui l’età media è la più elevata nella regione più anziana d’Italia" è invece il pensiero di Paolo Ardenti, consigliere regionale e vice capogruppo della Lega.

"I valbormidesi a inizio del nostro mandato ci hanno chiesto anche un Pronto Soccorso, noi abbiamo fatto le nostre valutazioni e cercato una soluzione per dar loro cosa ci chiedevano - ha spiegato poi Ardenti - La soluzione trovata è quella della gestione privata di un ospedale pubblico, il fatto che ci sia competizione tra due grossi gruppi della sanità italiana mi conferma che la soluzione sia valida".

Infine una riflessione rivolta alle dichiarazioni in consiglio regionale di Massimo Scaletta:

"Scaletta nel suo intervento in consiglio regionale ha confuso molti piani - ha dichiarato il vice capogruppo della Lega - non si capisce bene cosa sia per lui degenza, servizi territoriali, urgenza e diagnostica, ma si intuisce molto bene che a Cairo per lui un Pronto Soccorso non ci sta. A me l’unica cosa che mi rincresce è che in Italia per realizzare cose di buon senso e sostenibili, la burocrazia e gli scontri politici allunghino i tempi e creino allarmismi inutili anche su argomenti delicati quali la salute. Di fatto Scaletta ha descritto una Rsa con annesso un centro diagnostico, noi abbiamo messo a bando la gestione di un ospedale funzionante con il suo Pronto Soccorso".

Roberto Vassallo

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