È stata effettuata questa mattina dal medico legale Marco Canepa, incaricato dalla Procura di Savona, la ricognizione (con le misurazioni sulle ossa) del cadavere rinvenuto in avanzato stato di decomposizione durante una battuta di caccia nei boschi di Magliolo nella giornata di domenica 26 gennaio.
Il dottore ha effettuato due prelievi e ha anche preso una parte dei denti per poter fare l'esame del Dna e chiarire così se i resti siano riconducibili a Luca Catania, il carabiniere di cui non si hanno più notizie dal 2016.
Canepa ha rilevato che non sono presenti lesioni ossee che possano dimostrare azioni traumatiche, escludendo anche lesioni cervicali. Nel frattempo verranno effettuati accertamenti più mirati per cercare sostanze esogene. Gli elementi scheletrici, come confermato dal medico legale, possono quindi portare ad arrivare a scoprire il Dna e verificare l'identità della persona a distanza di 4 anni. Tra le ossa, non era presente il cranio: ciò rende ancora più complicato chiarire le cause del decesso.
Gli elementi sono stati consegnati al Ris e per il responso ci vorranno circa 30 giorni.
Ad effettuare il ritrovamento, domenica pomeriggio, la locale squadra di caccia che aveva immediatamente allertato i militari dell'Arma dei carabinieri.
La zona in cui sono stati rinvenuti i resti umani è un'area di vegetazione sulle alture della Val Maremola. La stessa nella quale, durante l'ottobre di quattro anni fa, erano scattate le prime ricerche di Catania, scomparso nel nulla dopo essere uscito di casa senza documenti né denaro, ma con la pistola d'ordinanza e senza aver lasciato alcun messaggio per familiari e amici. Allora il 48enne era stato al centro di laboriose ricerche in tutta la zona.
Sarebbero stati ritrovati anche alcuni oggetti, come il giubbotto (controllato dal medico legale) e una pistola compatibile con quella d'ordinanza del carabiniere. I familiari di Luca Catania sono stati avvertiti.