Attualità - 10 marzo 2020, 10:24

Le palazzine di via Carloforte, i dehors del centro e le zone più esondabili "sotto lente" nel consiglio comunale di Albenga

Una seduta "a porte chiuse" nel pieno rispetto delle normative regionali e nazionali sul Coronavirus, perché è giusto che la vita non si fermi. E un caloroso ricordo di Giovanni Bergallo

Pur in queste giornate di emergenza nazionale è giusto che la vita sociale e politica delle città non si fermi. Per questo motivo ieri sera, con tutte le cautele del caso, naturalmente “a porte chiuse” e nel pieno rispetto delle normative nazionali e regionali legate al Coronavirus, si è svolto nella sala consiliare di Albenga, il consiglio comunale.

La seduta si è aperta osservando un minuto di silenzio per la scomparsa di Giovanni Bergallo, stimato commercialista, discendente di una importante famiglia di orologiai di Tovo San Giacomo e tra i promotori del “MOT – Museo dell’Orologio da Torre” tovese, che fu anche consigliere  comunale ad Albenga.

Inevitabile in questi momenti, da parte del sindaco Riccardo Tomatis, una riflessione sulla situazione di Albenga in relazione al Covid-19: “Stiamo vivendo un momento particolare. Attualmente ad Albenga non abbiamo casi positivi di Coronavirus, sebbene è verosimile che ce ne saranno come in tutta Italia dato che siamo di fronte a un’epidemia. Nella nostra città sono 15 le persone in quarantena e al momento stanno tutti bene, cosa che fa ben sperare per il futuro.

Oggi però è particolarmente importante rispettare le prescrizioni e le indicazioni ministeriali per questo voglio lanciare un appello in tal senso. Siamo in una fase nella quale dobbiamo limitare la diffusione del virus per evitare il rischio di rimanere senza posti letto in ospedale e in terapia intensiva e arrivare a dover scegliere chi curare. Se ciò dovesse accadere vivrei questo momento, anche da medico, come un grande fallimento della sanità.  Vorrei che tutti riflettessero su questo, anche i giovani che magari sono meno preoccupati e meno a rischi vita devono adottare tutte le cautele necessarie e attenersi alle disposizioni ministeriali per tutelare se stessi e gli altri che potrebbero essere anche i loro genitori o i loro nonni”.

Tra i punti all’ordine del giorno, si è esaminata una proposta della minoranza che vedrebbe, con la realizzazione di un apposito “Palazzo della Salute”, una duplice funzionalità: un servizio sociale importante per tutti nelle palazzine ormai da tempo “paralizzate” per vicende burocratiche e la riqualificazione di un’area non proprio bellissima della città, a due passi dal centro e dal quartiere di Pontelungo.

Ricordiamo, infatti, che le palazzine erano state confiscate e sulle stesse verte ancora un giudizio innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo giudizio che riguarda proprio l’applicazione della misura della confisca.

Purtroppo è necessario attendere l’espletamento del percorso giudiziario e la pronuncia della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo – continua il Sindaco – nel frattempo, però, abbiamo deciso di attivarci partecipando a un bando che prevede la possibilità di portare avanti progetti di riqualificazione urbana eventualmente anche su aree appartenenti a privati .

In merito alla proposta della minoranza voglio sottolineare che, sebbene interessante, è assolutamente prematuro, in questa fase, prendere contatti con l’ASL per una possibile destinazione di uno degli edifici a palazzo della salute. Significherebbe legare l’amministrazione anzitempo a questo uso.

Ribadisco che, in questa fase, stiamo partecipando al bando per ottenere il finanziamento e solo successivamente valuteremo la destinazione delle palazzine.

Sicuramente abbiamo ipotizzato anche l’idea di un progetto di social housing, ma che interesserà eventualmente parte degli edifici, non l’interezza degli stessi”.

Il sindaco precisa: “Non stiamo parlando solo di case popolari, infatti uno degli obiettivi dell'edilizia residenziale sociale è quello di garantire benessere abitativo e integrazione sociale, potranno esservi anche alloggi privati gestiti da Associazioni e Fondazioni magari per promuovere percorsi di formazione all'autonomia, asili, strutture per anziani,  tutti aspetti che, comunque, verranno valutati solo in una fase successiva di  progettazione.

Conclude il sindaco Tomatis: “Questo progetto è particolarmente importante anche dal punto di vista procedurale perché se fosse ammesso al bando verrebbe sottoposto a tutto l’iter procedurale e rappresenterebbe di per sé una variante al Puc”.

Il consigliere Raiko Radiuk: “L'idea proposta dalla minoranza potrebbe essere buona, ma da tecnico devo fare una considerazione: la struttura ormai è vecchia e, dal punto di vista tecnico sarà difficile da adeguare secondo le normative richieste per un palazzo della salute. In più impegnare ora il comune con l’Asl per creare una struttura che magari poi verrà privatizzata credo sia assurdo".

Il consigliere Giorgio Cangiano:Il sindaco, a nome di tutti noi, non ha respinto l'idea del palazzo della salute. Potremo confrontarci su questa possibilità, ma non in questa fase. Inoltre vorrei far rilevare che l' Asl e la Regione non ci hanno chiesto la disponibilità di questo edificio, quindi noi non siamo affatto contro la sanità regionale, sebbene la mia e l’opinione della maggioranza circa le decisioni ad esempio riguardanti l’affidamento ai privati della gestione dell’Ospedale di Albenga è nota. Ritengo che ci sarà modo per valutare la possibilità di realizzare il palazzo della salute in via Carloforte, ma è assolutamente prematuro parlarne ora.

Chiuso questo punto, la minoranza chiede chiarimenti sulla disciplina dei dehors nel centro storico.

 Il sindaco Riccardo Tomatis replica: “Il nostro regolamento non vieta i dehors, ma i chioschi chiusi.

Il Centro Storico di Albenga è un unicum e come tale va valorizzato e tutelato, così come abbiamo fatto in questi anni in collaborazione con i molti commercianti che hanno creduto nelle sue potenzialità investendo in esso e decidendo di aprire qui le loro attività. Oggi, e credo che sia sotto gli occhi di tutti, il nostro Centro Storico e il fiore all’occhiello del nostro territorio sia dal punto di vista storico, culturale e turistico.

Immaginatevi ora come sarebbe invece, se avessimo permesso ad ogni attività di realizzare il proprio chioschetto chiuso. Avremmo piazze come San Michele, San Domenico, Piazza Rossi o Piazzetta delle Erbe completamente colonizzate da queste strutture che renderebbero il Centro Storico non più fruibili, oltre a determinare un evidente impatto estetico negativo.

Riteniamo che la scelta fatta nel 2016 non abbia danneggiato alcuna attività, tutti hanno avuto il tempo necessario per modificare i propri dehors ed adeguarli al nostro regolamento sulla base delle loro esigenze”.

Conclude il Sindaco: “Oggi, quindi, è ancora possibile avere dehors, ma secondo le caratteristiche del nostro regolamento, quindi devono essere strutture non chiuse, ma possono avere pedane, fioriere che lo delimitano, barriere frangivento trasparenti e ombrelloni a copertura”.

Per concludere, è doveroso ricordare, tra i molti punti discussi all’ordine del giorno, che maggioranza e minoranza hanno trovato coesione e voto favorevole unanime per quanto riguarda la riqualificazione e messa in sicurezza di alcune tra zone più esondabili di Albenga, come la Regione Antognano, Pontelungo Inferiore (prevalentemente ancora oggi a uso agricolo), Regione Arroscia e la via del Cristo.

Redazione