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Politica | 23 marzo 2020, 12:43

Attività fisica ai tempi del Coronavirus, Vaccarezza: "Un eventuale infortunio durante un allenamento oggi è un rallentamento all'attività dei sanitari"

"Stare a casa non sarà mai tempo perso se sarà servito a salvare una vita"

Attività fisica ai tempi del Coronavirus, Vaccarezza: "Un eventuale infortunio durante un allenamento oggi è un rallentamento all'attività dei sanitari"

"Buongiorno Amici. Una settimana molto complessa è appena terminata, stiamo per affrontarne un'altra che speriamo, con l'aiuto e la collaborazione di tutti noi, dia risultati in termini di calo dei numeri di nuovi contagi nella nostra regione".

Inizia così la sua riflessione il consigliere regionale Angelo Vaccarezza, che affronta un argomento molto discusso a seguito dei vari Decreti Presidenziali emanati nei giorni scorsi circa le misure di contagio del Coronavirus, ovvero la pratica dello sport individuale.

"Nei giorni scorsi ho letto molte polemiche sul tema dell'attività fisica. Una riflessione sul tema è d'obbligo. Vedete, io non contesto il desiderio e la necessità di fare attività fisica, anche solo come valvola di sfogo di questi giorni difficili. Il ragionamento è un altro".

L'attenzione non è infatti sull'attività in sé: "Una caduta durante gli allenamenti, un mese fa sarebbe stato solo un trauma. Oggi rappresenta un rallentamento importante per tutte le attività legate al surplus di accessi legati al virus. Possibile che a nessuno venga in mente?".

"È stato necessario un documento ufficiale per fermare un comportamento che avrebbe dovuto cambiare con il semplice buonsenso - tuona il consigliere di 'Cambiamo!' -. Oltre a questo, diventa esponenzialmente più alto il rischio di contagio, per gli utenti ma soprattutto per gli operatori del Pronto, che rischiano già durante il servizio normale".

Prosegue quindi: "Il mio pensiero e ringraziamento va oggi a tutti, ma proprio tutti loro: gli operatori, i medici, gli infermieri dei Pronto Soccorso di tutta la Liguria. Loro sono la nostra fanteria in trincea, loro sono purtroppo i primi che corrono il rischio più alto di contagio e il mio ringraziamento va a loro, al loro impegno, alla loro abnegazione, per come ogni giorno assolvono i loro compiti. Loro hanno come noi famiglie che li salutano al mattino e li aspettano la sera. Loro hanno paura come noi, forse di più. Loro sono stanchi, più di noi. Ma non mollano, per tutti noi. E allora rispettiamoli, eliminando ogni gesto, ogni comportamento a rischio, che potrebbe aggravare la loro situazione".

"Stare a casa non sarà mai tempo perso se sarà servito a salvare una vita" conclude Vaccarezza.

Comunicato stampa

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