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Politica | 10 aprile 2020, 13:40

Emergenza Coronavirus nelle RSA, il Pd: "Far luce su quanto accaduto prima del 15 marzo"

"La situazione è ancora critica: troppi decessi, manca il personale, rischio promiscuità e tempi troppo lunghi per i tamponi agli operatori sanitari"

Emergenza Coronavirus nelle RSA, il Pd: "Far luce su quanto accaduto prima del 15 marzo"

Continua a essere drammatica la situazione nelle Rsa liguri. E anche se, finalmente, iniziano ad arrivare i dispositivi individuali di protezione e sono iniziati gli screening ematologici per gli operatori e i pazienti la mortalità resta ancora molto alta: tra il 20 febbraio e il 5 aprile sono stati 801 i morti tra gli ospiti delle residenze per anziani liguri, 240 di questi decessi sarebbe dovuto al Coronavirus.

A comunicare questi dati è il gruppo regionale del Partito Democratico, che lancia un allarme: "A fronte di questi dati drammatici sono almeno quattro le questioni fondamentali su cui chiediamo alla Giunta ligure di fare chiarezza e di intervenire in modo straordinario e coordinato: la penuria di personale, la promiscuità (è stato chiesto alle Rsa di ospitare gli anziani post acuti in arrivo dagli ospedali), i tamponi fatti a rilento per gli operatori e la totale incertezza su ciò che è accaduto prima del 15 marzo".

"Sul personale ci sono fortissime criticità - precisano i dem -. Ieri son stati inviati dalla Protezione civile 13 medici. Ma nelle strutture della nostra regione mancano ancora 100 infermieri e 120 oss e che vi siano queste carenze è noto purtroppo da settimane. Bisogna intervenire al più presto e anche la Regione deve fare la sua parte. La situazione appare particolarmente fuori controllo nell'imperiese, tanto che il Prefetto ha scritto al Comando Interforze per chiedere urgentemente un apporto di personale per alcune Rsa dell'Asl 1, in cui si rischia di non poter più garantire il servizio".

Sotto accusa le misure prese dall'agenzia regionale per la sanità: "Giudichiamo sbagliata la richiesta fatta da Alisa alle strutture la disponibilità di accogliere anziani in arrivo dagli ospedali, perché ripete lo stesso errore fatto all'inizio della crisi dalla Regione Liguria e dalla Lombardia: mettere nelle stesse strutture malati con Covid-19 e malati negativi al virus. Le Rsa sono stati piccoli focolai: per questo motivo gli anziani dimessi dall'ospedale devono andare in strutture dedicate. Anche perché non è detto che questi pazienti, pur essendo stati ricoverati per problemi non legati al Cornavirus, non abbiano contratto la malattia in ospedale. Il tampone negativo non è un indicatore sufficiente, visto che la persona potrebbe trovarsi nel cosiddetto “periodo finestra”. Quindi, così come si è deciso di sistemare i pazienti Covid dimessi dall'ospedale in un strutture sanitarie temporanee serve una misura analoga per gli anziani post acuti no Covid-19".

"È necessario accelerare i tempi dei tamponi effettuati sugli operatori. Altrimenti chi risulta positivo al test sierologico ma non ha sintomi continua a lavorare nelle Rsa, in attesa del risultato del tampone, col rischio di contagiare colleghi e ospiti" continuano.

Una situazione che quindi, secondo i dem, poteva essere affrontata in maniera diversa: "Sono misure già applicate in Emilia Romagna e in Veneto, mentre il centrodestra della Liguria è solo capace a rimpallare le proprie responsabilià sul governo. La Liguria è una delle regioni con più decessi e meno tamponi".

Concludono quindi dal PD: "Infine occorre fare piena luce su ciò che è accaduto nelle Residenze sanitarie prima del 15 marzo, visto che solo dopo quella data Alisa ha incominciato a trasferire il conteggio dei decessi per Covid-19 nelle strutture".

Comunicato stampa

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