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Sanità | 18 aprile 2020, 10:23

Chi semina salute... raccoglie salute. I consigli di nutrigenomica di Simona Oberto

Chi semina salute... raccoglie salute. I consigli di nutrigenomica di Simona Oberto

A volte mi capita di fermarmi, chiudere gli occhi ed immaginare il mio corpo dall’interno. E così, appena la luce del mondo esterno si spegne, si accende una luce speciale: quella del mondo che vive dentro di me. Nella mia mente mi immagino circondata da miliardi di cellule, di vari colori, dimensioni e struttura, ognuna impegnata in una specifica funzione. Mi guardo attorno e la prima sensazione che provo è quella di essere entrata in un sistema molto ben organizzato, armonico e incredibilmente efficiente, dove ognuno lavora con uno specifico compito ma tutti con un unico obbiettivo: quello di fare funzionare al meglio la mia macchina corporea, per mantenermi in vita. Mi concentro sui rumori: sento fruscii, tintinni, scoppiettii e mi accorgo che su tutti spicca un suono ritmato e cadenzato, che mi ipnotizza, come il “suono di un magico strumento”! E’ il mio cuore che pulsa, forte e impetuoso. Il quel movimento percepisco tutta la sua grandezza. Ci pensate? Grazie al suo costante pulsare, l’ossigeno e i nutrienti, contenuti nel sangue, vengono distribuiti in tutto il mio corpo.

Ma il mio pensiero va oltre, perché capisco che quel suo pulsare ritmico e regolare non scandisce solo il ritmo che regola tutto il mio sistema cardiovascolare, ma scandisce anche il ritmo della mia vita, delle mie emozioni, dei miei pensieri, delle mie gioie e delle mie paure. Ora che lo vedo da vicino comprendo quanto l’equilibrio è importante per lui e quanto gli eccessi e i difetti lo danneggino. Mi giro attorno e vedo mille strade, autostrade, tangenziali, piccole viuzze e ancora piazze, rotatorie, ponti e sopraelevate: sono tutte le vie del sistema circolatorio e linfatico, e mi rendo conto che loro sono le vie di comunicazione e di scambio tra l'ambiente interno ed esterno. Mi giro e li vedo: i miei polmoni, e tutte le loro diramazioni bronchiali che costituiscono il mio apparato respiratorio. Li osservo, impegnati nel fondamentale compito di sintetizzare l’ossigeno e depositarlo nel sangue. Mi sento quasi in debito con loro, perché da loro dipende la mia sopravvivenza, prima ancora che dall’acqua e dal cibo. E’ incredibile vedere come tutto ciò che respiriamo e mangiamo viene trasformato e trasportato attraverso queste super strade affollate e ben organizzate. Poi un suono, simile a una catena di montaggio, mi fa voltare nuovamente. Eccola l’immensa “fabbrica” che tutto digerisce: cibo e pensieri! E’ il mio apparato digerente. Lo guardo affascinata! Tutto funziona al massimo dell’efficienza, sotto la guida e la super visione di un grande e instancabile direttore: il mio fegato, una ghiandola fondamentale per il metabolismo umano, la più grande del nostro corpo. Lui svolge numerose funzioni, non solo legate alla digestione, come quella di fornire la bile per la scissione dei grassi nell’intestino, ma anche alla difesa del mio organismo e all'eliminazione delle sostanze tossiche che potrebbero danneggiare seriamente tutti gli altri organi. Lo osservo mentre dialoga pacificamente con il pancreas, un organo con una doppia funzione, quella esocrina (inviare enzimi digestivi) e quella endocrina (sintetizzare l’insulina, ormone che regola l’assorbimento degli zuccheri da parte delle cellule). Insieme, stanno aspettando che il loro “amico”, lo stomaco, ultimi il primo processo digestivo attraverso la produzione di acido cloridrico. Guardo questo “antro oscuro” dove inizia la digestione, passaggio obbligato per ogni tipo di alimento, sia esso materiale che spirituale e mentre lo osservo, mi viene in mente che lo stomaco è considerato un “luogo e strumento di trasformazione” anche in molti miti antichi e moderni, in cui l’eroe viene inghiottito da un mostro e rimane nel suo stomaco fino a quando viene restituito al mondo, trasformato e cambiato. È quanto accade ad esempio nella storia di Pinocchio, dove l’essere inghiottito dalla balena è il “passaggio-chiave” che consente al piccolo eroe di ritrovare il padre e tornare nel mondo, dove da burattino, diventerà bambino, cioè da materia grezza diviene essenza vitale. Oltrepasso la valvola pilorica e mi ritrovo nell’intestino, il luogo dove avviene l’assorbimento dei nutrienti e l’eliminazione degli scarti.

Mi soffermo perché mi rendo subito conto che quello è un posto speciale: su quelle mucose convivono miliardi di microorganismi: virus, batteri, lieviti, parassiti, che costituiscono il mio Microbiota, quel gigantesco ecosistema di microbi di cui vi ho già parlato molte volte nei miei articoli. Osservandoli con attenzione mi accorgo che, oltre a sintetizzare sostanze importantissime per la salute delle mie cellule e aiutarmi nella digestione, sono in continua collaborazione con un altro potente sistema: quello immunitario, che difende il mio corpo dagli agenti patogeni, che possono infettare il mio organismo, provocando malattie anche molto invalidanti, se non mortali. Sono estasiata! Non ho mai visto una società così ben organizzata! Tutto all’interno è vita, movimento, cambiamento. Osservo i miei muscoli: alcuni funzionano grazie a movimenti che possono essere volontari, come quando cammino o salto, o involontari, come quando deglutisco o sbatto le palpebre. Poi sento delle voci concitate e mi accorgo dell’apparato urinario: colui che, non solo filtra il mio sangue, eliminando gli scarti sotto forma di urine, ma controlla anche la mia pressione sanguigna, dando così una mano a tutto il mio apparato cardiocircolatorio. All’improvviso qualcosa mi sfiora, provocandomi quasi una sorta di scossa elettrica, mi giro e per la prima volta osservo da vicino i miei ormoni. Li guardo. E dai loro movimenti mi rendo subito conto della loro potenza. Del resto, sono i “messaggeri chimici”, che permettono la comunicazione cellulare e consentono il coordinamento e l’armonizzazione di tutte le attività all’interno del mio sistema corporeo. Essi trasportano l’informazione a tessuti più o meno distanti da quello di partenza. Il tutto naturalmente mediato dal mio sistema nervoso: colui che collega il cervello al resto del corpo. Le informazioni viaggiano sotto forma di segnali elettrici attraverso una fitta rete di nervi e così il mio sistema endocrino (ormonale) collabora con il mio sistema nervoso, in un feedback continuo. Ma tutto ciò non potrebbe esistere senza la mia struttura e così mi concentro sul mio sistema scheletrico: la struttura ossea che mi sostiene e dà forma al mio corpo. Lui protegge gli organi interni e, assieme ai muscoli, mi permette il movimento. Tutto all’interno del mio organismo è in movimento e in continuo mutamento.

Questo comporta un grande dispendio di energia e quindi un’ impellente necessità di carburante. Certo, perché il nostro corpo funziona solo se riceve carburante e la sua efficienza dipende da che tipo di carburante riceve. Ma sapete qual è il carburante che fa funzionare il nostro corpo? Lo sintetizzo in quattro parole: aria, acqua, alimenti, pensieri. Il tutto naturalmente condizionato non solo dall’ambiente in cui viviamo ma anche e soprattutto dal nostro stile di vita. A proposito di ambiente e stile di vita, non posso non sottolineare, come faccio in tutti i miei articoli, quanto entrambi, negli ultimi decenni, si siano deteriorati. La verità è che in questi ultimi anni, milioni di persone stanno fornendo al loro organismo un carburante pessimo, privo di nutrienti importanti e ricco di sostanze chimiche, tossiche e così velenose da causare, non solo disturbi, ma vere e proprie patologie cronico degenerative. Enormi quantità di veleni stanno entrando nei nostri organismi che si stanno trasformando in vere e proprie “centrali di stoccaggio rifiuti”! Siamo ridotti a macchine difettate e incapaci di reagire agli stimoli esterni: organi emuntori intasati, apparati digerenti completamente scompensati, sistemi immunitari incapaci di svolgere il loro compito di difesa. La Nutrigenomica sostiene che la salute di una persona dipende molto dallo scambio equilibrato tra ciò che il corpo assimila e ciò che elimina, e se per svariati motivi questo equilibrio si altera, allora compare la malattia, in quanto il nostro “terreno biologico”, se alterato, diventa favorevole all'instaurarsi di agenti patogeni. Possiamo parlare di ritenzione di tossine nel sangue, cioè l'aumento oltre il limite di tolleranza degli “scarti metabolici” nel circolo sanguigno. E’ fondamentale capire che la natura, che tutto sovrintende, regola e mantiene in equilibrio, solo se non viene contrastata. Di conseguenza qualsiasi trattamento che vada ad ostruire il naturale tentativo di eliminazione delle tossine, andrà a contrastare anche il quotidiano e incessante lavoro di mantenimento della nostra salute messo in atto dall'organismo. Più di una volta ho sottolineato quanto l’abuso di farmaci e di droghe, le cattive abitudini alimentari e l'eccessivo stress, possono con il tempo andare a contrastare la naturale pulizia dell'organismo e così un banale raffreddore potrebbe tramutarsi in catarro cronico e poi in polmonite, e una leggera gastrite, cioè l'infiammazione della mucosa gastrica, potrebbe peggiorare in un' ulcera fino a degenerare in un cancro. Stiamo parlando di un avvelenamento organico che se sottovalutato, può provocarci seri danni all'organismo.

Ma le tossine accumulate, oltre che appesantire gli organi emuntori, possono entrare in conflitto anche con il sistema immunitario, il cui ruolo principale è quello di verificare la natura di tutte le sostanze che circolano nel corpo e di eliminare quelle pericolose, “no self”. Se le sostanze tossiche danneggiano il sistema immunitario, esso diventerà sempre più sensibile alle sostanze esogene, provocando reazioni allergiche anche violente o non sarà più in grado di difenderci dall’attacco di virus e batteri patogeni. Se ci si ostina a mantenere uno stile di vita squilibrato, sia il sistema immunitario che gli organi emuntori non saranno più in grado di soddisfare le richieste di difesa e di depurazione, provocando una degenerazione dell'intero sistema. Nel mio viaggio immaginario all’interno del mio corpo non vi ho parlato della mia mente. Appositamente ho voluto lasciarla per ultima, perché penso che il famoso equilibrio di cui ha bisogno il nostro organismo per funzionare al meglio, regalandoci alte prestazioni, non può essere raggiunto se non abbiamo una mente lucida. Perché non può esserci un corpo sano senza una mente equilibrata, in grado di gestire le nostre emozioni, di tenere sotto controllo lo stress e le tensioni psicologiche, generate dalla paura, dalla rabbia e dalle frustrazioni della vita quotidiana. Una mente in grado di cicatrizzare i traumi affettivi, le delusioni, le mancate gratificazioni, che ci dà la forza di cambiare, di resettare tutto e di ricominciare da capo. E’ indubbio che le emozioni negative come l’odio, l’invidia, l’egoismo, il pessimismo e la paura, porteranno in sofferenza tutto il nostro organismo, condannandoci alla malattia. “Siamo i costruttori del domani e non abbiamo bisogno di pagare un indovino, un dottore, un avvocato, un predicatore, un banchiere perchè ci dica cosa ci accadrà nel futuro. Non succederà niente. Avverrà l'inevitabile. Raccoglieremo i frutti dell'attuale seminazione”. (J.H.Tilden,1927.)

Simona Oberto cura il sito web www.cibocuranaturale.com e la pagina facebook "Il tuo coach alimentare".


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