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Politica | 24 aprile 2020, 16:24

25 Aprile, il gruppo "Le Persone al centro": "Finale ricordi Paolo Guido e Vittorio Barilaro"

La proposta dello schieramento consiliare: "Sarebbe giusto dedicare una via o una piazza a questi due martiri, caduti per mano nazista"

Nella foto: un telegramma d'epoca relativo ai fatti storici di Cefalonia e Corfù

Nella foto: un telegramma d'epoca relativo ai fatti storici di Cefalonia e Corfù

Annuncia il Gruppo "Le Persone al Centro", del Comune di Finale Ligure: "Abbiamo imparato che può essere illusorio credere che per aprire prospettive nuove e migliori sia sufficiente rimuovere ed esorcizzare il passato, chiudere i capitoli più controversi, aspri e sanguinosi della nostra storia con qualche manipolazione o revisione, con qualche taglio di radici, che pareggi i conti, che giustifichi e assolva tutto e tutti.

In verità per promuovere tempi e ordini nuovi, per far progredire le cose, come è necessario, occorre armarsi di una robusta e vigile coscienza critica del passato, certo nella sua interezza e complessità. Bisogna andare non nella direzione del riduzionismo, dell’appiattimento grigio e conciliatore, ma in quella della esplorazione e rivisitazione più approfondita, degli esami di coscienza veri, della conoscenza più chiara e a trecentosessanta gradi.”

Dichiarazioni di tal genere potrebbero ancora oggi creare, dopo 75 anni dalla Liberazione, aspre polemiche, magari con accuse di revisionismo o peggio ancora negazionismo. Queste lucide parole appartengono invece ad Alessandro Natta, l’ultimo segretario generale del Partito Comunista Italiano. Natta inserisce queste parole nella premessa alla sua esperienza umana, culturale e storica di Ufficiale dell’Esercito Italiano, impegnato in Grecia, dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943, narrata con grande trasporto nel suo libro “L’Altra Resistenza”.

La Liberazione fu un percorso lungo e tormentato, con episodi così significativi da domandarci perché queste vicende siano sparite dalla cultura di un Paese in perenne crisi di identità. Secondo alcuni storici l’8 settembre rappresentò la fine della Patria, ma forse la Patria nacque proprio in quei momenti, almeno avendo riguardo agli oltre 600 mila militari del Regio Esercito che nella confusione più totale scelsero la strada dei campi di concentramento nazisti, preferita senza esitazione all’onta del collaborazionismo.

Come dimenticare l’eccidio dei militari nelle isole greche da parte delle truppe tedesche? Alcune delle migliaia di caduti a Cefalonia e Corfù caddero in combattimento per mano degli ex alleati tedeschi, la maggior parte fu sommariamente giustiziata, molti altri perirono in mare nel corso della deportazione in Germania. In un periodo controverso come fu quello che anticipò (e seguì) la Liberazione, nessuna parte della storia andrebbe rimossa, pur nella cruda verità. Il percorso di ricostruzione di una identità nazionale, lontana da dannosi sciovinismi, partì con l’approvazione della nostra Carta Costituzionale, espressione della lotta di Liberazione, dove si ripudiò la guerra, si innalzarono le Libertà, si sancirono Giustizia ed Uguaglianza e si proclamò un’imperitura Democrazia.

Giungemmo ad essa con morti sulle montagne, nei campi di concentramento, in mare, aria e terra e di nessuno di essi dovremo mai dimenticarci. Nell’eccidio di Cefalonia e Corfù anche due finalesi persero la vita, concorrendo con il loro sacrificio alla nostra Libertà. Paolo Guido e Vittorio Barilaro caddero nelle isole greche, ma di essi e del loro esempio abbiamo oggi solo una labile memoria, che dovrebbe invece essere mantenuta per noi e per le prossime generazioni. E’ per questo che il nostro gruppo proporrà un ordine del giorno in Consiglio comunale, affinché venga simbolicamente intitolata una via o una piazza a questi illustri concittadini, a perenne memoria di tutti i martiri caduti per mano nazista".

Comunicato stampa

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