Agricoltura - 28 aprile 2020, 16:44

Coldiretti su filiera agroalimentare e turismo: "Il nuovo ponte della Superba, speranza per i liguri e per il territorio"

Coldiretti ricorda che la caduta del ponte aveva causato enormi difficoltà all’economia locale

Coldiretti su filiera agroalimentare e turismo: "Il nuovo ponte della Superba, speranza per i liguri e per il territorio"

A quasi due anni dalla caduta del ponte Morandi, dove persero tragicamente la vita 43 persone, e che colpì al cuore, non solo la città di Genova, ma l’intera Liguria, oggi con l’istallazione dell’ultima campata si inizia ad intravedere un atteso ritorno alla normalità, e una concreta possibilità di rinascita per le imprese del territorio e per l’intera società, nonostante il difficile momento caratterizzato della pandemia da Covid-19.

È quanto afferma Coldiretti Liguria a seguito del varo, salutato dal suono delle sirene del cantiere e delle navi in porto, della diciannovesima campata del nuovo viadotto di Genova, che segna il completamento del tracciato che ora riunisce le due sponde della Valpolcevera. Dal punto di vista economico, la caduta del ponte aveva causato enormi difficoltà all’economia locale, essendo la Liguria in una posizione strategica per i collegamenti terrestri con la Francia, sulla direttrice verso Milano e Torino a nord e verso la Toscana e l’Emilia Romagna al centro sud.

“Il crollo del ponte Morandi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - oltre alla tragicità delle vittime causate, aveva cancellato una via di collegamento fondamentale per l’intera economia ligure, con danni indiretti alle imprese agricole ed ittiche del territorio, con i tempi di viaggio che, prima dell’emergenza sanitaria da Coronavirus, si erano allungati all’inverosimile, facendo aumentare i costi per le imprese che esportano i propri prodotti fuori dai confini regionali. Difficoltà si erano anche riflesse sull’intero settore del turismo perché nell’immaginario collettivo, avendo letteralmente spezzato in due la città di Genova, rappresentava la difficoltà di spostamento all’interno della nostra regione. La ricostruzione del ponte può segnare, ora, un punto dal quale si potrà ricominciare: non bisogna dimenticare quanto successo, ma oggi più che mai, per la nostra regione, servono segnali forti di ripartenza, che permettano di mettere in campo tutto l’orgoglio ligure, espresso anche della famosa canzone “Ma se ghe pensu” che sottolinea l’attaccamento dei liguri al luogo natio, i quali lottano tenacemente per riconquistare qualcosa a cui hanno dovuto rinunciare. E questo messaggio è anche la spinta che fa muovere le imprese agricole ed ittiche liguri, messe in crisi dall’emergenza sanitaria, che continuano nonostante tutto a tenere in piedi le proprie aziende per tutelare il territorio e continuare a valorizzare le eccellenze locali. Supportare le produzioni del territorio, intervenire sulle infrastrutture continuando a facilitare gli spostamenti, nonché agevolare l’entrata delle nuove generazioni in campagna, sarà il modo per non perdere il nostro patrimonio culturale e permettere di risollevare, nel prossimo futuro, la nostra economia”.

Comunicato stampa

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