Politica - 19 maggio 2020, 17:52

Consiglio regionale: riflettori puntati sull'ospedale di Cairo e sull'Ex Mios del Santa Corona

La sanità savonese protagonista nel dibattito odierno

Consiglio regionale: riflettori puntati sull'ospedale di Cairo e sull'Ex Mios del Santa Corona

Nel consiglio regionale odierno si è parlato di alcune situazioni riguardanti la sanità savonese. Ad essere oggetto di approfondimento in aula sono state, in particolare, la situazione attuale dell'ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte e quella dell'Ex Mios del Santa Corona di Pietra Ligure.

Chiusura dell’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte

Andrea Melis (Mov5Stelle) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dal collega del gruppo Fabio Tosi e da Alice Salvatore e Marco De Ferrari del ilBuonsenso, in cui ha chiesto alla giunta i motivi per cui non è stato mantenuto attivo un ospedale di entroterra per pazienti non affetti da Covid-19; la dotazione organica dell’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte al momento della decisione di chiusura della struttura; il numero di operatori medici e infermieristici in pianta organica nell’ospedale che sono stati chiamati a prestare il proprio servizio presso l’ospedale San Paolo di Savona o altra struttura ospedaliera dedicata alla cura di persone positive al Covid-19; il numero di operatori medici e infermieristici all’ospedale di Cairo chiamati a prestare il proprio servizio presso strutture ospedaliere non dedicate alla cura di persone positive al Covid-19 e, infine, le prestazioni erogate presso l’ospedale e la dotazione organica di medici e infermieri.

L’assessore alla sanità Sonia Viale ha sottolineato che «l’ospedale ha continuato a  operare, se pur in modo ridotto ed è stato mantenuto come punto di riferimento per l’area della Val Bormida» e ha illustrato le attività svolte. L’assessore ha aggiunto: «Siamo entrati nelle fase della riapertura progressiva delle attività di elezione e anche a Cairo ripartiranno le attività sospese». Viale ha confermato la volontà  di rafforzare il polo con alcuni interventi strutturali che porteranno anche alla riapertura del pronto soccorso.

 

Ipotizzata chiusura del primo intervento dell'ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte

Mauro Righello (Pd) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dal collega del gruppo Giovanni Lunardon, sull’’eventuale chiusura del Punto di Primo Intervento presso l’ospedale San Giuseppe di Cairo Montenotte. Il consigliere ha chiesto alla giunta se questa ipotesi trova fondamento nella governance sanitaria regionale e, in tal caso, quali azioni sarebbero messe in atto affinché l'ampio bacino di popolazione che fa riferimento afferente al nosocomio, peraltro con elevati tassi di anzianità, trovi strutture adeguate in termini di soccorso e di servizi sanitari essenziali.

L’assessore alla sanità Sonia Viale ha ribadito l’intenzione di riqualificare e di non chiudere il polo ospedaliero e ha colto l’occasione per esprimere critiche nei confronti della precedente amministrazione regionale che, al contrario, «non ha messo a norma l’ospedale ed è stata, dunque,  la giunta attuale a rimediare a quelle carenze».

 

Strutture aggiuntive per l’emergenza acuzie COVID-19 nella ASL 2

Mauro Righello (Pd) ha presentato un’interrogazione, sottoscritta dal collega del gruppo Giovanni Lunardon, sulla ricognizione dei vertici di ASL 2, Alisa e Giunta regionale, sulle possibili strutture aggiuntive da utilizzare in caso di recrudescenza dell’epidemia, che vede come ipotesi anche la struttura della Scuola penitenziaria in Cairo Montenotte, la struttura ospedaliera dismessa del reparto MIOS nel nosocomio del Santa Corona di Pietra Ligure. Il consigliere ha chiesto alla giunta l’andamento della ricognizione e modalità, costi e tempi di approntamento di queste strutture.

L’assessore alla sanità Sonia Viale ha confermato l’intenzione di individuare aree aggiuntive e ha ricordato le strutture prescelte. Viale ha confermato una positiva ricognizione anche relativa alla scuola penitenziaria di Cairo Montenotte. «Ritengo importanti le aperture fatte nel periodo emergenziale perché – ha concluso - sono andate incontro  ai bisogni del sistema sanitario e della popolazione».

redazione

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