Politica - 09 luglio 2020, 15:46

Savona, il Pd: "Il Fondo Strategico Regionale? Una vicenda grottesca e ingarbugliata"

I consiglieri dem: "Nessuno degli interventi programmati con il FSR è stato realizzato"

"La credibilità di un’amministrazione comunale si gioca in gran parte sulla capacità di spendere i soldi a propria disposizione per la riqualificazione della città. In altre parole: nella capacità di utilizzare i soldi che le vengono assegnati per rendere la città più bella, vivibile, accogliente. Per questa ragione l’ingarbugliata e grottesca vicenda dei 5 milioni del Fondo Strategico Regionale merita di essere raccontata".

Con queste parole il gruppo del Partito Democratico in Comune a Savona inizia a ripercorrere le dinamiche dell'FSR nell'ultimo triennio.

Spiegano i consiglieri dem: "All’inizio del 2017 (febbraio) il Presidente Toti annuncia: “Abbiamo dato oggi forma e sostanza a uno dei pilastri del Growth Act, la nostra Legge per la crescita e lo sviluppo” e per la prima volta compaiono i fondi per Savona per la “riqualificazione del waterfront di Savona e in particolare progettazione e realizzazione del progetto di Villa Zanelli e di via Nizza”.

Decisione che lascia perplessi perché quello stesso intervento era già stato finanziato dal governo attraverso il Bando Periferie. Infatti a settembre la Regione revoca il finanziamento senza alcuna destinazione alternativa per Savona. La ragione? Non servono, l’opera è già finanziata dal Governo. Chiediamo spiegazioni e ci viene risposto che siamo i soliti catastrofisti perché Toti ha dato ampie rassicurazioni sulla riassegnazione dei 5 milioni a Savona".

Il gruppo consiliare procede nella ricostruzione della vicenda: "In effetti così accade, ma solo un anno dopo (luglio 2018) con il finanziamento al Comune di Savona di opere di riqualificazione: la sistemazione dell’area Mercatale, la riqualificazione di piazza Diaz, la riqualificazione della Fontana del Pesce, la riqualificazione della Sala Rossa del palazzo Comunale, la sistemazione della Torre Brandale, la sistemazione delle aree verdi attrezzate del Comune e il recupero di palazzo della Rovere. Nel novembre 2018 la nuova delibera regionale recita “come si evince dal cronoprogramma di spesa per il triennio 2018/2020 e anni seguenti, il Comune di Savona per l’anno 2018 prevede di avviare sei interventi e di posticipare al 2019, per la complessità dell’intervento, solo quello relativo alla valorizzazione del Palazzo della Rovere”.

I soldi scendono quindi da 5 milioni a 2,640 milioni perché su Palazzo della Rovere si posticipa. Nel frattempo tra la Sindaco ed il Presidente Toti iniziano a volare gli stracci e mentre nelle successive delibere altri Comuni aumentano via via gli stanziamenti, a Savona continuano a girare (senza essere spesi) i 5 milioni del 2017 (quelli della forma e sostanza annunciata in pompa magna da Toti)".

Qui termina la ricostruzione del PD savonese: "Siamo a luglio 2020. Nessuno degli interventi programmati è stato realizzato e su Palazzo della Rovere è stata affidata la progettazione preliminare cui seguirà quella definitiva e poi esecutiva e poi la gara.

Ma perché la progettazione preliminare non è stata avviata nel 2018 quando i soldi c’erano e si è deciso di restituirli al mittente? Nell'incarico affidato a IRE si riparte ancora una volta dalla verifica e aggiornamento delle effettive esigenze: non si poteva fare prima questa verifica? L'amministrazione pensa che la destinazione d'uso approvata in convenzione nel 2018 debba essere rimessa in discussione? Con tempi così lunghi si rischia di perdere il finanziamento e che il Demanio decida di riprendere l'immobile. Se questa attività di ascolto degli stakeholder sarà realizzata riteniamo allora strategico che vengano ascoltati anche i commercianti e il Campus universitario, hub di innovazione strategico per un progetto così importante per Savona.

Ma anche degli altri interventi non si ha traccia. Così come si è persa traccia della riqualificazione del Mercato Comunale (gara andate deserta), del secondo lotto della Piscina Zanelli (gara andata deserta), dei servizi sulla spiaggia libera di Zinola (a carico dell’Autorità Portuale ma non realizzato), della copertura del bocciodromo di Via Famagosta (finanziato dalla Regione e alla Regione restituiti i denari), dei finanziamenti del Bando Sport e Periferie per la riqualificazione degli impianti sportivi (con tutti i progetti presentati bocciati), del finanziamento del Ministero dell’Università per la realizzazione di residenze universitarie nell’ex ostello del Priamar (non finanziabile per la posizione in graduatoria). Abbiamo presentato innumerevoli interpellanze e pare che le colpe siano nell’ordine: "di quelli di prima", "della Soprintendenza", "del Governo" e, in ultimo, "del COVID".

Comunicato stampa