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Economia | 20 luglio 2020, 08:40

Il turismo italiano, un’industria da 230 miliardi di euro in cerca di autore

Il turismo negli ultimi dieci anni si è trasformato profondamente diventando un’industria globale, un prodotto finanziario fatto di qualità, bellezza ed emozioni digitali. Il simbolo di un’eccellenza nazionale che l’Italia potrebbe vendere “a sportello” per ripartire.

Il turismo italiano, un’industria da 230 miliardi di euro in cerca di autore

In Italia abbiamo una fonte di energia inesauribile, rinnovabile, unica al mondo e dal valore inestimabile. Un vero e proprio giacimento di petrolio chiamato “economia del turismo” che nel 2018 ha rappresentato più del 13% del PIL nazionale con un valore economico pari a 230 miliardi di euro e che occupa 15 italiani su 100 (fonte: European Commission ed Ufficio Studi ENIT).

Numeri da brividi, questa volta positivi, meritevoli di un piano di rilancio del settore inteso come vera e propria roadmap industriale che metta a sistema il valore delle filiere che contribuiscono da sempre a dar lustro al Brand Italia. Un marchio del Made in Italy immateriale, fatto di emozioni, sapori, panorami, capacità di accogliere e scorci mozzafiato che hanno il pregio di non subire gli attacchi tipici dell’Italian Sounding.

In concreto, un perfetto prodotto finanziario da vendere a sportello senza tanti sforzi, il cui rendimento è garantito per chi acquista e per chi vende, a patto che quest’ultimo comprenda la necessità di un netto passo avanti in termini di competitività, innovazione digitale, diversificazione dei canali di vendita ed abilità nel creare le sensazioni giuste ben prima che il visitatore ci scelga.

Una volta sviluppata questa consapevolezza è necessario sedersi a tavolino per scrivere delle linee guida del turismo italiano, le così dette note informative che spiegano, a chi vorrà sottoscrivere l’“investimento” di una vacanza in Italia, quale valore aggiunto si potrà vivere al di là della reputazione che il Bel Paese continua ad avere nel mondo. Un plus che - oltre la capacità di accogliere su cui bisogna sempre lavorare - è fatto di manifestazioni in linea alle aspettative di visitatori sempre più esigenti, eventi in grado di stimolare ricordi anche nei mesi successivi alla vacanza, tecnologie digitali per coinvolgere giovani ed anziani, brochure interattive attivabili via smartphone e servizi, servizi, tanti servizi che ogni cittadino si aspetta di trovare in una destinazione scelta per rilassarsi.

Sono proprio gli extra (gratis) a fare oggi la differenza nella scelta delle località di vacanza, soprattutto dopo il periodo di lockdown che ha cambiato per sempre le regole del gioco.

Ed ecco allora che il classico lombardo “acquisterà” quella città di mare in cui il Sindaco ha il coraggio di far rispettare le misure di protezione ancora in vigore senza compromessi, le spiagge hanno uno spazio bimbi in cui una educatrice si prende cura (gratis) dei piccoli demoni per consentire ai genitori un semplice aperitivo occhi negli occhi, oppure sceglierà un Comune i cui Uffici del Turismo hanno realizzato una App per ordinare take-away, aprire l’ombrellone con un click e verificare la coda nel supermercato di fiducia.

Un investimento nel futuro del turismo che in Italia oggi deve passare dalla creazione di una metaforica Banca del Turismo che ha come sportelli i 7.915 comuni d’Italia, come dipendenti i 3 milioni e mezzo di addetti ai lavori del settore e come azionisti e possibili compratori 60 milioni di italiani, 741 milioni di europei e 7,5 miliardi di abitanti sul pianeta. Una banca digitale a cui tutti possono accedere sapendo di acquistare qualità, bellezza, sostenibilità, una filiera enogastrofood unica, un sistema integrato di trasporti, tanta trasparenza e poca burocrazia. Semplificare, ecco la parola d’ordine che gira anche nei salotti buoni di chi vuole ridisegnare il futuro di questa economia.

Questi sono solo alcuni degli elementi che formano quel famoso prodotto finanziario FinTech, senza dimenticare la dimensione etica legata alla creazione di posti di lavoro, con chiare responsabilità imprenditoriali invece che la solita rincorsa a soluzioni tampone come contratti stagionali di 3 mesi, cooperative sociali costrette a fornire ogni tipo di servizio turistico con risorse non sempre adeguatamente preparate e personale non remunerato per essere Brand Voicer & Influencer sui territori.

Ripensare il turismo come prodotto finanziario costruito sulla bellezza e sulla capacità di trasformare in digitale le esperienze dei visitatori può sembrare un approccio difficile e costoso. Ma non è così.

Se vogliamo convincerci del contrario proviamo ad andare a Ceresole Reale, un comune di 167 abitanti situato nel Parco Nazionale Gran Paradiso per capire che si può fare. Come?

Vendendo un pacchetto di tre giorni ricchi di esperienze al prezzo di uno: uno lo paga il turista, uno l'Albergatore in sinergia con l’Ufficio del Turistico locale ed uno la Regione Piemonte via Voucher.

Trasformare la Destinazione Italia in una Destinazione Paradiso non è poi così difficile: semplifichiamo, rinunciando tutti ad una piccola rendita di posizione avremo un vantaggio competitivo inarrivabile.

Enrico Molinari

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