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Al Direttore | 07 agosto 2020, 08:52

Lettera al direttore: "Isola Gallinara, il parco pubblico è possibile"

"La 'prelazione' sull'acquisto è possibile per intervento del MIBACT. Precedenti importanti"

Lettera al direttore: "Isola Gallinara, il parco pubblico è possibile"

La “prelazione” sull'acquisto dell'Isola Gallinara è possibile e ci sono dei precedenti importanti. Sarebbe sufficiente seguire lo stesso iter burocratico attivato nel 2016 dal Sindaco del piccolo Comune di Capaccio-Paestum in Campania. In quell'anno nel territorio di quel Comune, ai confini del noto sito archeologico di Paestum, veniva messo in vendita un edificio storico, inserito in una vasta area parco, con potenzialità enormi anche dal punto di vista naturalistico. 

Grazie al provvidenziale intervento del MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali), informato dell'atto di vendita, veniva portata a termine la pratica di acquisizione dei preziosi beni (4 milioni di Euro) mettendo in atto il diritto di “prelazione”. L'operazione venne perfezionata grazie all'intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali della Campania e partì immediatamente dopo la trasmissione, da parte del Comune, di una Delibera di Giunta che rivolgeva al Ministero competente la formale richiesta di acquisizione di tali beni al patrimonio pubblico. Il documento era opportunamente corredato dai certificati di destinazione urbanistica e dai titoli edilizi relativi agli immobili presenti nell'area. Legambiente definì questo provvedimento “una scelta lungimirante per investire nel futuro in bellezza e cultura”.

L'Isola Gallinara, per fortuna nostra, presenta caratteristiche storico-ambientali analoghe a quel  sito Campano. L'eredità storica della Gallinara riguarda la presenza sull'isola, nel IV secolo d. C., di Martino di Tours (pellegrino tra i popoli europei e uno dei fondatori del monachesimo in occidente), nel 1162 di Papa Alessandro III (durante il suo trasferimento in Francia)  e l'insediamento della Badia Benedettina che dall'VIII al XIV secolo operò nei vasti possedimenti in terraferma, da Sanremo a Finale Ligure.

I valori naturalistici e del paesaggio sono certificati e sottolineati dal fatto che l'isola è “Parco Naturale Regionale dell'Isola Gallinara” in forza delle L.R. 12/9/1977 n°40 e 26-4-1989 N°11 : “Norme per la salvaguardia dei valori naturali e per la promozione di parchi e riserve naturali in Liguria”.

La legge è molto chiara e tende a “garantire la  tutela, la riqualificazione dell'ambiente naturale e dei valori storico-culturali, delle caratteristiche paesaggistiche del territorio con particolare riguardio al patrimonio zoologico-botalico-archeologico- geomorfologico, per promuovere la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici dei beni ambientali in forme compatibili con la loro tutela”. Tutto ampiamente documentato nella recente ricerca pubblicata dal WWF.

La Regione Liguria  prevedeva che il Comune di Albenga potesse “procedere all'acquisizione delle aree e degli immobili, indispensabili per l'attuazione dei programmi, mediante espropriazione per  pubblica utilità, ai sensi e con le modalità di cui alla normativa vigente in materia qualora non si fosse pervenuti alla stipula di una convenzione con i privati”. Le risorse finanziarie sarebbero derivate da contributi regionali e di altri Enti publici o privati. Questo non avvenne. Ma non si possono ripetere gli errori del passato. Per i Verdi savonesi è il momento di recuperare il tempo perduto.

Gabriello Castellazzi, 

Portavoce della “Federazione dei Verdi” della Provincia di Savona. 

Lettera firmata

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