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Attualità | 25 agosto 2020, 10:57

Test sierologici per insegnanti e personale scolastico: avvio a rilento. Tersidio (Fimmg): "Percentuale bassa ma proseguiremo fino al 4 settembre"

Intanto continuano ad incrociare le braccia gli altri due sindacati dei medici di base, Smi e Sami, che non sono d'accordo per una questione legata alla sicurezza

Test sierologici per insegnanti e personale scolastico: avvio a rilento. Tersidio (Fimmg): "Percentuale bassa ma proseguiremo fino al 4 settembre"

Una partenza a rilento da ieri dello screening anti-Covid rivolto a tutto il personale scolastico delle scuole pubbliche, statali e non statali, paritarie e private di tutto il territorio nazionale.

Si tratta di un test su base volontaria, che dovranno essere richiesti al proprio medico di medicina generale sino ad una settimana prima che inizino le attività didattiche.

"Ieri come primo giorno personalmente ne ho effettuato un paio e sicuramente abbiamo già avuto riscontri che nei prossimi giorni qualcuno in più ci si presenterà, anche se la percentuale è bassa" spiega Angelo Tersidio, segretario generale della Federazione Medici Generici (Fimmg), l'unico dei tre sindacati che ha aderito all'iniziativa del Ministero.

Una nota infatti inviata dal Ministero dell’istruzione agli uffici Scolastici regionali ne ha spiegato il funzionamento, ma se da una parte è chiaro che sia su base volontaria per il personale scolastico, restano lacune e interrogativi sull'obbligatorietà a carico dei medici: il dottore è tenuto ad effettuarlo o può "rimbalzare" il richiedente all'Asl? Circolari e note ministeriali non chiariscono questo aspetto.

Il personale scolastico dovrà contattare telefonicamente il proprio medico per programmare il test. Qualora si sia sprovvisti di MMG (nel proprio domicilio lavorativo), l'esame potrà essere eseguito presso l’Asl competente per territorio.

I medici di medicina generale conferiranno all’Asl i risultati dei test eseguiti, così che siano aggregati per genere e fascia d’età; i dati saranno quindi trasmessi alla Regione che, a sua volta, li comunicherà all’ISS mediante un’apposita piattaforma informatica.

"Abbiamo a disposizione Dpi per 5 giorni in quanto dovremo farli fino a fine settimana ma probabilmente si andrà avanti fino al 4 settembre. Cercheremo di contingentare un po' gli accessi e di organizzarci" ha continuato Tersidio.

"Abbiamo accettato per spirito di collaborazione e responsabilità in un momento particolare per dare anche una parvenza di sicurezza e dare una mano a far ripartire la scuole che è fondamentale per il nostro paese visti i problemi che già ha" ha continuato il segretario della Fimmg.

Ma cosa succede se un insegnante o Ata risulta positivo? Se si riscontra positivo al test sierologico, sarà sottoposto al test molecolare (tampone) presso il Dipartimento di Prevenzione dell’Asl, non oltre le 48 ore dall’esito positivo del sierologico. Nell’attesa dell’esito del tampone, il soggetto dovrà rimanere in isolamento domiciliare fiduciario.

Altro punto di rilievo della normativa sta nel fatto che l'assenza di un docente o ATA per test sierologico positivo viene equiparata alla quarantena. Si legge in Gazzetta Ufficiale: "Il periodo di assenza dal luogo di lavoro, per il tempo intercorrente tra l’esito, eventualmente positivo, riscontrato all’esecuzione di analisi sierologiche per la ricerca di anticorpi specifici nei confronti del virus SARS-CoV-2 e l’acquisizione del risultato del test molecolare per la diagnosi dell’infezione, sia equiparato, previa presentazione di idoneo certificato medico rilasciato dal medico di medicina generale e/o dalla Asl competente, al periodo della quarantena, ai fini del riconoscimento del trattamento economico previsto dalla normativa vigente".

Per il personale che entrerà in servizio ad anno scolastico iniziato, gli esami saranno eseguiti prima dell’entrata in servizio. Nel caso di personale scolastico privo di medico di famiglia nel luogo di domicilio lavorativo, il test sarà eseguito presso il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Sanitaria Locale del domicilio lavorativo stesso, previa dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante lo status lavorativo, secondo le modalità organizzative definite a livello regionale.

Intanto continuano ad incrociare le braccia gli altri due sindacati dei medici di base, Smi e Sami che non sono d'accordo per una questione legata alla sicurezza.

Luciano Parodi

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