Chi è cresciuto nel campetto che tanto amorevolmente curava. Chi ha ricevuto i suoi insegnamenti all'asilo, negli anni di scuola e all'oratorio. Chi lo ha conosciuto per le strade di Finalpia. Chi ha collaborato con lui nell'educazione di tanti giovani finalesi. Ma anche il mondo istituzionale e dell'associazionismo.
Questo il commosso popolo che questa mattina ha dato l'ultimo saluto presso l'Abbazia di Nostra Signora dell'Assunta a padre Matteo Sciandra, per tutti don Carlo, il padre benedettino scomparso tra domenica e lunedì scorso all'età di 90 anni.
La passione per lo sport in tutte le sue forme, dall'atletica al calcio, il suo esserci sempre per la comunità nel binomio divenuto storico con don Placido, la cura e le parole di conforto e confronto coi più giovani e gli ospiti della casa dei Rondinini, dove anche lui era cresciuto. Questa la descrizione dell'essenza di don Carlo nei ricordi del padre celebrante.
"Non siamo qui a piangere ma a giocare con lui - ha continuato nella commossa omelia seguita da un lungo applauso di tutti i presenti -, aveva la fede e la misericordia come compagni di viaggio. Ma soprattutto era un bambino che amava stare coi giovani coi quali si intratteneva ricordando la sua infanzia. Così oggi noi non possiamo non essere consapevoli che nelle nostre storie personali è apparso un uomo di Dio che ci ha accompagnati".